Benevento

Torna a intervenire sul Rummo Leu con Gianluca Aceto, mettendo nel mirino ancora una volta la direzione: "Il 25 luglio la Direzione generale dell’ospedale “Gaetano Rummo” ha modificato l’atto aziendale approvato il 30 marzo, su cui gli organismi regionali di controllo avevano eccepito varie osservazioni.

Ad esempio si rimarcava l’obbligo di istituire il Consiglio dei sanitari, organismo che esprime un parere preventivo sull’atto aziendale. Inoltre occorreva eliminare una unità operativa e correggere un errore materiale. Sono gli elementi su cui è intervenuta nei giorni scorsi la direzione generale. Restano tuttavia numerose illegittimità. Infatti il direttore generale avrebbe dovuto obbligatoriamente informare e sentire il Comitato di rappresentanza dei sindaci, il Consiglio dei sanitari, le Organizzazioni Sindacali e il Collegio di direzione.

Quest’ultimo, per dirne una, aveva esaminato l’atto aziendale approvato il 30 marzo, ma non è stato convocato per esaminare ed approvare le modifiche apportate in seguito alle osservazioni giunte dagli organismi di controllo della Regione Campania.

Il Consiglio dei Sanitari invece dopo due anni è stato costituito e convocato ma non sull’atto in corso di adozione e poi adottato il 25 luglio: è stato invece convocato per esprimere un parere preventivo su quello già adottato il 30 marzo e già inviato alla Regione".

L'atto aziendale continua ad essere molto discutibile secondo Aceto: "L’atto aziendale mantiene numerose, ulteriori illegittimità. Manca incredibilmente la dotazione organica, da definire sulla base di rigorosi parametri stabiliti dalle norme. Si tratta di un passaggio obbligatorio, essenziale alla individuazione dei servizi. Manca poi la differenziazione tra posti letto ordinari, Day Hospital e Day Surgery: in tal modo è impossibile capire la reale offerta sanitaria e conseguentemente il reale utilizzo delle risorse.

Sono illegittimamente riconfermate diverse unità operative semplici dipartimentali non inserite nei Dipartimenti. Questo configura un rischio di danno erariale.

Destano perplessità anche i criteri di riorganizzazione dei “Rummo” e “Sant’Alfonso de’ Liguori”, dopo l’accorpamento del secondo al primo. Oltre alla diminuzione complessiva di 18 posti letto, decisa per il Sannio dal Piano ospedaliero regionale nel 2016, il “Rummo” da solo perde 66 posti letto: si passa da 468 a 402. Come se non bastasse, nei 402 posti letto sono compresi i 18 posti della Psichiatria dell’Asl. Inoltre 24 posti letto sono destinati alla riabilitazione e alla lungodegenza. Insomma i posti letto effettivi sono 360.

Intanto il presidio di Sant’Agata de’ Goti acquisisce 48 nuovi posti letto, passando da 94 posti letto a 142 posti letto, però 50 di essi sono destinati a riabilitazione e lungodegenza. Vale lo stesso discorso del “Rummo”: entrambi rischiano di assecondare un percorso da casa di riposo più che di Dipartimento di Emergenza. Infatti il presidio saticulano perde pronto soccorso, ortopedia e cardiologia, per cui traumi ed eventuali infarti degli abitanti delle Valli Telesina e Titernina dovranno essere necessariamente trasportati a Benevento o Caserta.

Altrettanta perplessità desta la riorganizzazione dei reparti tra Benevento e Sant’agata: il futuro polo oncologico sembra pensato per non partire mai, mentre si destruttura quanto di buono esiste al “Rummo”, ospedale riconosciuto per molteplici eccellenze. Pensiamo alle zone interne del Fortore, che per un ricovero urgente in neurochirurgia dovranno percorrere 120 chilometri di strade dissestate per recarsi a Sant’Agata de’ Goti.

Infine si consideri che in poco più di due anni sono stati adottati ben quattro atti aziendali (di cu gli ultimi 3 senza dotazione organica): una confusione organizzativa che depone molto male.

A questa situazione va posto rimedio. Subito".