di Andrea Fantucchio
«Davanti a me c'erano dei cadaveri sistemati in quattro file da dieci. A qualcuno mancava un braccio o una gamba, altri avevano il volto tumefatto. Poi l'ho vista». Maria Loffredo ricorda il riconoscimento della mamma. Deceduta con altre trentanove persone che viaggiavano sul bus precipitato dal viadotto dell'Acqualonga fra Taurano e Monteforte Irpino. Era il 28 luglio del 2013. Per l'accaduto è ancora in corso il processo che vede imputate quindici persone accusate, a vario titolo, di omicidio plurimo colposo, falso in atto pubblico e disastro colposo.
Oggi pomeriggio, a Monteforte Irpino, l'amministrazione del sindaco, Costantino Giordano, e i parenti delle vittime dell'Acqualonga hanno organizzato un convegno. Seguito da una messa e poi una marcia fino al luogo nel quale il bus è precipitato. E dove Domenico Abbenante, rianimatore del Moscati, fu una dei primi ad arrivare: «Lo ricordo come fosse ieri. Una tragedia. Fummo fra i pochi ad arrivare subito nella zona sotto il viadotto. I soccorsi erano stati inviati quasi tutti sull'autostrada. Di fronte a me una scena raccapricciante. In pochi metri erano ammucchiati decine di cadaveri, molti schiacciati dai pezzi del pullman. In pochi erano sopravvissuti».
Un grande lavoro fu svolto dai pompieri di Avellino. Il comandante, Rosa D'Eliseo, spiega: «Quella sera ha segnato per sempre l’esistenza di chi ha salvato quelle persone. E, purtroppo, ne ha viste tante altre già morte».
Un dramma. Il sindaco Giordano: «La notte ancora mi sveglio pensandoci».
Gremita la sala consiliare del Comune di Monteforte. Fra gli altri erano presenti il procuratore, Rosario Cantelmo, il sostituto, Vincenzo D'Onofrio, il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, il comandante dei carabinieri, Massimo Cagnazzo, il Questore, Luigi Botte, e il numero uno delle fiamme gialle irpine, il colonnello Gennaro Ottaiano.
Per le 40 vittime dell'Acqualonga c'è chi, dopo cinque anni, continua a chiedere giustizia. Questa mattina lo ha fatto Giuseppe Bruno, presidente dell'associazione «Vittime dell'A16». Questo pomeriggio gli fa eco Alba Lanuto: «Vogliamo solo giustizia. Devono pagare tutti: Autostrade, la Motorizzazione di Napoli e Gennaro Lametta».
L'ordine degli Architetti di Avellino ha voluto far sentire la propria vicinanza ai parenti delle vittime. Ed è stato così indetto un concorso per la realizzazione di un monumento alla memoria. Ne ha parlato il presidente degli architetti avellinesi, Erminio Petecca: «Abbiamo voluto porre le nostre conoscenze, impegno sociale e civile, per ricordare ai parenti delle vittime l’anniversario della tragedia dell’Acqualonga. Un concorso per sistemare l’area per realizzare in monumento in memoria di questo dramma. Posso anticipare che il vincitore è un siciliano. Il bando è stato dedicato a giovani architetti».