Benevento

Ad aprile era toccato agli scarichi di sei comuni, stavolta agli impianti di depurazione di cinque centri. Sei impianti a Benevento - contrada Capodimonte -, Moiano, Melizzano, Apollosa e Arpaise (due), finiti sotto sequestro preventivo, con facoltà d'uso, nella seconda tappa dell'indagine 'bis' sull'inquinamento dei fiufmi diretta dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, dal sostituto Donatella Palumbo, e coordinata dal procuratore Aldo Policastro.

Il decreto, firmato dal gip Flavio Cusani, è stato eseguito dai carabinieri -forestali di Benevento e dalla capitaneria di porto di Torre del Greco, e chiama in causa, ora, non i sindaci, ma i tre amministratori delle società che gestiscono gli stessi impianti, ai quali sono contestate le ipotesi di reato di inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture. Il provvedimento rappresenta l'epilogo cautelare di un'inchiesta che, supportata dalle conclusioni di un consulente tecnico e dai rilievi dell'Arpac, avrebbe fatto emergere il malfunzionamento dei depuratori, causato “dalla cattiva gestione e manutenzione degli impianti di trattamento dei liquami fognari e dalla loro inadeguatezza strutturale”.

Di qui il coinvolgimento delle società di gestione, che avrebbero offerto “un servizio di qualità inferiore rispetto ai contratti stipulati”. Tutto ciò avrebbe avuto come conseguenza, a cascata, “l'abusiva compromissione ed il deterioramento dei corsi d'acqua naturali – il Calore ed il Sabato -, delle rive e dei suoli”. I risultati delle analisi effettuate sui campioni avrebbero restituito la presenza “oltre i limiti di legge si sostanze inquinanti come azoto ammoniacale, tensioattivi totali, soldi sospesi, Cod, Escherichia coli”.

“La tutela dell'ambiente e della salute prevalgono rispetto ad altri interessi”, ha esordito il procuratore Policastro nella conferenza stampa. “Il tema ambientale è fondamentale nella provincia di Benevento ed ha carattere prioritario – ha aggiunto -, ecco perchè abbiamo chiesto ed ottenuto il sequestro, per consentire alle pubbliche amministrazioni di pretendere l'adeguamento delle strutture”. Un concetto quest'ultimo sul quale ha insistito anche il procuratore aggiunto Conzo rispetto alla “facoltà d'uso concessa per consentire alle società di intervenire”. Conzo ha sottolineato “il lavoro di squadra” in un'inchiesta che il sostituto Palumbo ha definito “di scenario” perchè ha messo nel mirino “tutte le criticità del territorio”, lasciando intendere ulteriori sviluppi su altri versanti.

All'incontro con gli organi di informazione hanno preso parte il generale Nazario Palmieri ('numero uno' carabinieri per la tutela forestale), il comandante provinciale della forestale Gennaro Curto, Cosimo Chiumiento, al vertice del Nipaf sannita, l'ammiraglio Arturo Faraone (direttore marittimo della Campania) e, per la capitaneria di Torre del Greco, il comandante Fabrizio Di Maggio ed il capitano Rosario Meo, che hanno rimarcato lo sforzo investigativo, avviato un anno e mezzo fa, ed il livello di collaborazione con la Procura.

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