Avellino

 

di Andrea Fantucchio 

Un alibi o una sfida? Se lo chiedono in tanti. Dopo che il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, si è scagliato contro la precedente amministrazione. E ha definito un disastro la situazione finanziaria lasciata in eredità dal suo predecessore, Paolo Foti. Oggi pomeriggio sono stati dati i numeri, alcuni almeno. Trenta milioni di disavanzo: con la tassa sui rifiuti non inserita nei fondi di accantonamento. E tante incognite da sciogliere: Imu e spese legali su tutte.

Ma il sindaco non si tira indietro. La sfida: ripianare i debiti e ripartire. Come? La risposta non c'è. Non ancora almeno.

«Abbiamo dato mandato agli uffici competenti di fare il punto su tutte le cifre che ruotano intorno al bilancio». Potrebbe volerci tempo, Ciampi non si nasconde. Anche perché il Prefetto non ha dato un ultimatum per la querela. Il primo atto che annuncia il dissesto.

Poi c'è l'alibi.

«Come una famiglia. Quando mancano i soldi bisogna riorganizzarsi. E individuare le risorse per andare avanti un passo alla volta». Firmato Gianluca Forgione, futuro assessore al bilancio. Quasi un ci proveremo ma potremmo avere le mani legate. E doverci fermare se non vogliamo incorrere in guai seri. Ogni azione di governo dovrà confrontarsi quindi con il deficit da ripianare. Il rischio di capitolare, in caso di default, non è stato accantonato.

Se non significa mettere le mani avanti ci manca poco.

La conferenza stampa di oggi, insomma, non ha dato le risposte sperate. Tutt'al più ha espresso una volontà. Quella del sindaco di non gettare la spugna e provare a risalire la china. Ma sul come riuscirsi bisognerà attendere ancora: al momento mancano numeri e certezze. E' chiaro che la città sia impaziente. Dopo aver votato per il cambiamento i cittadini si aspettano di vederlo realizzato. E nessun alibi potrà bastare. Dopottutto lo stesso Ciampi lo ha detto oggi pomeriggio: il tempo degli annunci e delle campagne elettorali è finito.