Avellino

 

 

di Luciano Trapanese

Vincenzo Ciampi è sempre più solo. Dopo un mese il vento del cambiamento è diventato una brezza lieve. Si è scontrato contro il muro del bilancio, dei conti del comune, di una possibile stagione – per gli avellinesi – “lacrime e sangue” e il raffreddamento dei “non alleati”. Dino Preziosi è stato lapidario: «E' finita la santa alleanza». Si è smarcato anche Luca Cipriano: «Siamo solo consiglieri, voteremo quello che ci sembra giusto per la città». Morano sembra sulla stessa lunghezza d'onda. Restano certi solo gli eletti 5Stelle, troppo pochi per garantire alcunché. E tra poche ore il sindaco presenta il nuovo assessore al bilancio, Gianluca Forgione. Sarà lui a definire i contorni di quello che ha definito «disastro» (riferito alle casse comunali), e magari chiarire meglio quell'accusa gravissima: «La città è stata saccheggiata». Di certo al momento l'ipotesi meno lontana è quella del commissario. Difficile credere che il Movimento accetti di governare in condizioni così complicate: finanze comunali a secco, nessuna maggioranza e la strada concreta che porta all'imposizione di sacrifici su sacrifici per gli avellinesi. Non un buon biglietto da visita. E un cambiamento che si concretizzerebbe solo con l'aumento delle imposte comunali e magari qualche taglio ai servizi. Altro che reddito di cittadinanza.

Certo, i conti sono eredità di amministrazioni precedenti. E forse quella “operazione verità” sulle casse del comune avrebbe dovuto essere avviata prima. Che la città fosse in gravi difficoltà sembrava evidente. Che ci fossero dei debiti anche. Ma davvero è un “disastro”? Davvero qualcuno ha saccheggiato Avellino? Lo diranno i numeri, che non mentono. Comunque sia, in caso di “abbandono” di Ciampi, l'inevitabile lunga campagna elettorale che seguirà, avrà inevitabilmente come punto di riferimento lo stato delle casse comunali. Ci sarà chi spingerà il pedale sulle colpe pregresse. E chi invece riterrà che Avellino poteva comunque essere amministrata. Ha già iniziato proprio Cipriano, che ritiene un fallimento e un segnale di incompetenza l'eventuale ritiro dei 5Stelle dalla sfida di governo.

Tra oggi e il primo agosto sarà tutto più chiaro. Di certo la strada per Ciampi e i suoi era già in salita, ma con il passare dei giorni rischia di diventare uno Zoncolan (una delle ascese più dure del giro).