Benevento

Palati in fuga... costretti inevitabilmente a seguire i cervelli. E' questa la chiave di “Ricette umorali. Il bis”, sottotitolato 'palati in fuga, apericene e altre catastrofi', Fazi editore.
E' in libreria da ieri il nuovo lavoro di Isabella Pedicini, giovane storica dell'arte beneventana, che quasi tre anni fa aveva stupito e divertito, appassionato e incantato con “Ricette umorali. In principio era la pasta al tonno”. Un libro sorprendente, un trattato “gastrofilosofico”, capace di seguire una studentessa fuori sede tanto nelle sue necessarie esperienze in cucina (dettate dall'istinto di sopravvivenza) quanto nei suoi pensieri, nelle riflessioni sulle questioni esistenziali. Attraverso un umorismo colto e con una leggerezza capace di far “digerire” ogni situazione della vita Isabella Pedicini ha saputo dar vita a un libro ispirato, capace di resistere al tempo.

 

Un'ottima idea che ha riscosso un successo spontaneo e notevole e che è durata a lungo. «Ho promosso Ricette Umorali fino ad aprile 2015 – ci conferma – e intanto ecco il bis che, proprio come a tavola, rappresenta non tanto un seguito quanto un'aggiunta al primo». Una missione non certo semplice: «ho voluto proseguire in un lavoro contiguo, simile al primo, ma non uguale. E' per questo che non si tratta di un secondo quanto di un bis che in dimensioni e forma fosse diverso dalla pietanza principale».
Il tema resta lo stesso, dunque, ma la storia cambia: «Se nel primo ho raccolto la mia esperienza di studentessa fuori sede costretta a cucinare per sopravvivere, questa volta le ricette sono legate tra loro dall'analisi di un fenomeno che riguarda la mia generazione: l'emigrazione».

 

Palati in fuga che seguono i cervelli, dunque, costretti a far le valigie e andare via alla ricerca di un lavoro.
«Lo sguardo, poi, è alla cucina italiana all'estero, e a come gli italiani reagiscono alle sue riproposizioni. Al contrario si parla anche della cucina straniera in Italia. Insomma è un libro sul vagabondaggio e sul nomadismo che la nostra generazione è costretta a compiere. Sull'andirivieni tra Europa e terra di origine, e in cui confluiscono anche esperienze di altre persone emigrate a Londra, in Cile o in Australia». Non manca infatti un riferimento 'casalingo'. Una “ricetta dello Strega” e l'analisi del rapporto che hanno i beneventani con il tipico liquore giallo.

 

Oltre ai “palati in fuga”, però, il bis di Ricette Umorali prende in considerazione anche le “apericene e altre catastrofi”. «Guardo ai nuovi fenomeni legati al cibo e mi scaglio contro questo terribile termine: apericena».
E come le vite che dalle prime esperienze mutano e divengono più intricate, così accade anche alle ricette. «Il primo è più tradizionale, il secondo più estremo – spiega ancora Pedicini –. Dall'analisi di una cucina principalmente di casa si passa, questa volta, a ricette quasi impossibili da realizzare. Dai super alcolici al cibo per cani. Dai liquori alle tisane, dai tic tac al kinder buono. Resta intatta la grande passione per la tavola e l'utilizzo del cibo come veicolo di narrazione e possibilità di raccontare storie. Anche questa volta c'è spazio ai rimandi per altre forme di nutrimenti».

La differenza con il primo? «Credo che sia più simile ad un romanzo». Per le presentazioni il debutto sarà a Torino, il 15 maggio, al Salone del libro. In città, poi, appuntamento in estate.

 

Mariateresa De Lucia