Napoli

di Pierluigi Melillo

No a nuovi inceneritori, differenziata al 65 per cento entro il 2020 e impianti di compostaggio da realizzare a Napoli e nel resto della Regione. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, mette a punto il piano per scongiurare una nuova emergenza rifiuti ed evitare le multe dell'Unione europea.

La nuova legge.  Da ieri il consiglio regionale gli ha affidato più poteri per realizzare gli impianti “che diventano di interesse strategico”, grazie alla legge sulla semplificazione. Lui da ex sindaco chiarisce: “Vogliamo collaborare con le amministrazioni locali, non passarci sopra a carrarmato. Se sugli impianti di compostaggio c'è da fare qualche forzatura, la faremo”.

Le proteste nelle zone interne. Il riferimento è alle proteste diffuse in tutta la Campania, da Sassinoro nel Sannio - dove sono scese in piazza anche le mamme con un presidio a Benevento - a Chianche in Irpinia, dove sei comuni hanno già fatto ricorso al Tar per difendere le colline dove si produce il Greco docg. Ma ora si va avanti con la linea dura: se dopo sessanta giorni non si trova una soluzione condivisa, i progetti finiscono alla giunta regionale che può disporre l'approvazione se gli interventi sono in coerenza con la programmazione strategica regionale.

Lo scontro politico. Sono all'incirca una quindicina gli impianti di compostaggio, almeno la metà sono contestati dalle popolazioni locali. Ma De Luca non ci sta: “E' intollerabile che per impianti che sono un vanto degli ambientalisti dobbiamo subire ideologismi idioti”. Gli fa eco il consigliere regionale dei Verdi, Emilio Borrelli: “Contro questi impianti vedo battaglie di scorrettezza inaudita”. L'ex governatore Caldoro è lapidario: “Con i poteri sostitutivi non si ottiene nessun risultato, senza la collaborazione dei comuni ogni norma è destinata a fallire”. E Armando Cesaro di Forza Italia sentenzia: “Il governatore è ormai votato a un inarrestabile declino”.