di Siep
Un gruppo di persone si è riunito questa mattina sul sagrato del santuario della Beata Vergine del Rosario a Pompei, dove nel pomeriggio ha sfilato il corteo Pride. In circolo, stringendo un rosario di corda, hanno recitato una ‘preghiera riparatrice' proprio contro la manifestazione.
La manifestazione è stata organizzata da Rete Pro Vita e Famiglia, raggruppamento di associazioni tra le quali Noi per la Famiglia, Comitato antiabortista, Sentinelle Vesuviane, Famiglia e Vita. L’arcivescovo di Pompei aveva chiesto ieri ai manifestanti del Pride di essere sobri e di rispettare le convinzioni dei credenti.
Nei giorni scorsi la diocesi aveva confermato "l'impegno per il rispetto di ogni persona e di quanti si trovano in situazioni di discriminazione. Nella circostanza, si richiamano le parole di Papa Francesco nella recente Esortazione Apostolica Amoris Laetitia: ‘Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, particolarmente ogni forma di aggressione e violenza'. Il Papa desidera che coloro che manifestano l'orientamento omosessuale "possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita" (n. 250)", proseguiva la nota. "D'altra parte, come Papa Francesco chiarisce, "non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia' (n. 251). ‘La famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola. È una sola".
«Stiamo recitando il Rosario e termineremo solo quando sarà finita questa manifestazione». Così Salvatore Pacella, Forza Nuova Napoli, spiega la scelta di restare dinanzi al Santuario della Madonna di Pompei durante il Pride. «È un luogo sacro. Ha un valore religioso per ogni napoletano. Avrebbero potuto fare l'evento in altri luoghi. Qui non mi sembra proprio opportuno» afferma Pacella. «Venire qui significa lanciare una provocazione grossa. È un affronto da parte dell'Arcigay a quella che è la nostra fede e la nostra tradizione».