Benevento

Dopo San Lorenzo Mggiore, Cusano Mutri. Ancora un Comune sannita nel mirino di un'indagine su presunte tangenti imposte ad imprenditori. Ancora la pubblica amministrazione sotto la lente investigativa, per reati – ha esordito il Procuratore Aldo Policastro nella conferenza stampa convocata dopo gli arresti del sindaco cusanese Maturo e del geometra Di Muzio- “che danneggiano pesantemente la collettività e limitano la libertà imprenditoriale, fondamentale per lo sviluppo di un territorio”. Concussione, questa l'ipotesi di reato contestata al primo cittadino ed al libero professionista in un'attività investigativa nella quale sono “indagati a vario titolo, per concussione e turbativa d'asta, il capo dell'ufficio tecnico ed un consigliere comunale”. Si tratta, rispettivamente, dell'ingegnere Nicola Russo e di Vincenzo Di Biase – sono difesi dagli avvocati Alberto Mignone e Gianluca De Vincentiis -, entrambi destinatari di una perquisizione.

Nessuna generalizzazione rispetto alle amministrazioni locali, ha tenuto a precisare il 'numero uno' degli inquirenti sanniti. Insomma, vietato fare di ogni erba un fascio: un concetto sul quale si è soffermato il comandante provinciale dei carabinieri Alessandro Puel, “perchè dopo l'alluvione tanti sindaci si sono dati da fare per la comunità”. Puel ha elogiato il lavoro del Nucleo investigativo, ha invitato la gente ad avere fiducia nelle istituzioni e a denunciare”. Come ha fatto il marito della titolare della ditta edile alla quale erano stati affidati alcuni lavori di somma urgenza, che sarebbe stato costretto a sborsare una somma di denaro. “Il 50% di 13mila euro, l'importo, già incassato, del secondo intervento di sistemazione delle sponde del torrente Titerno”, ha precisato il maggiore Alfredo Zerella – al suo fianco il sostituto procuratore Donatella Paulmbo, che aveva proposto la custodia in carcere per Maturo e Di Muzio -, al vertice del Nucleo investigativo. Lui e i suoi uomini hanno 'firmato' un'indagine supportata da intercettazioni ambientali e telefoniche, riprese video ed anche registrazioni audio fornite dalla presunta vittima. Uno sforzo che si è tradotto nella definizione di un quadro di cui il gip – ha concluso Policastro – ha ravvisato "la gravità indiziaria”.

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