Chissà quali intenzioni aveva realmente un venditore ambulante che ieri mattina, al cospetto del sindaco Spagnuolo, si è strappato la maglia ed ha minacciato di spaccare tutto. Il 30enne di origine rumena ma residente nel napoletano è stato, infatti, bloccato dal comandante dei Vigili urbani, il capitano Salsano, entrato in quel momento nell’ufficio del primo cittadino, evidentemente prima che potesse fare danni e cacciarsi nei guai:
«Conosco bene la storia dell’ambulante - dichiara il capitano - perché ne aveva già parlato con me quindici giorni fa. Quando l’ho visto nella stanza del sindaco che sbraitava a petto in fuori gli ho semplicemente fatto capire che quel comportamento non lo avrebbe aiutato e l’ho accompagnato fuori dal Comune. In estrema sintesi, l’ambulante, o presunto tale visto che non ci risulta che eserciti tale attività, tempo fa è stato fermato dai carabinieri perché svolgeva attività di accattonaggio, vietata ad Atripalda da un’apposita ordinanza sindacale. In quella occasione gli furono sequestrati sia le paia di calzini che lui offriva in cambio dei soldi, sia il ricavato di circa 160 euro. Da quel giorno in poi il rumeno si è rivolto alla Procura, alla Prefettura, ai Carabinieri, al sottoscritto, insomma a chiunque pur di riottenere sia la merce che i soldi, ma nessuno, evidentemente, ha potuto accontentarlo. E ieri mattina ha pensato bene, si fa per dire, di rivolgersi al sindaco in persona. Ma, fortunatamente - cocnlude il capitano -, non è successo nulla di grave».
In effetti sembra che il rumeno, un paio di mesi fa, è stato fermato dai carabinieri chiamati da alcuni cittadini, stufi della sua insistenza, ritenuta ai limiti della molestia, di chiedere soldi offrendo in cambio paia di calzini. Ed è scattata la denuncia per accattonaggio, rispetto alla quale il rumeno, assistito da un legale, avrebbe anche presentato ricorso al sindaco, in qualità di autorità che ha predisposto l’ordinanza (firmata da Laurenzano alcuni anni fa), vedendoselo rigettato. Ma, evidentemente, ancora non riesce a farsene una ragione.
Gianluca Roccasecca