Avellino

 

di Luciano Trapanese

Giustizia a orologeria. Beh, da quanto tempo non sentite questa espressione? Sicuramente molto poco. Da noi è prassi, e sono quasi trent'anni, affibbiarla a qualsiasi inchiesta che viva un epilogo (dall'avviso di garanzia a provvedimenti cautelari), in prossimità di una delle tante consultazioni elettorali. (Leggi dell'inchiesta Aias: «Aias e lady De Mita: arresti e obblighi di firma ai raggi x»«Le De Mita, la signora delle pulizie e quei fondi alla Onlus»  e «La Onlus della De Mita, Aias e quel registro dei conti rubato»)

Siamo sicuri che non pochi, a proposito dell'inchiesta Aias/Noi con Loro, e delle misure emesse nei confronti di alcuni degli indagati (in particolare Gerardo Bilotta e Annamaria De Mita), si siano chiesti: «Perché i magistrati hanno deciso di agire ora e non aspettare qualche giorno, subito dopo il ballottaggio?». Domanda come minimo maliziosa. E che suscita inevitabili sospetti, francamente immotivati.

Non riusciamo proprio a vederlo il nesso, o l'interesse, che legherebbe gli inquirenti con l'esito delle amministrative avellinesi. Non solo. Riteniamo sia anche impensabile immaginare una operazione di disturbo per via giudiziaria (e con la complicità del gip: che è un complotto?). Senza contare che tra i due candidati, è proprio l'avvocato Nello Pizza (quello che rischierebbe di avere delle negative conseguenze elettorali dall'inchiesta Aias), ad avere rapporti, anche cordiali, e per ovvi motivi di lavoro, con la magistratura avellinese.

E poi: siamo davvero certi che dopo mesi di feroce campagna elettorale, due settimane di confronto (mai faccia a faccia), con l'arrivo continuo di big della politica nazionale nel capoluogo irpino, l'inchiesta Aias (peraltro arcinota), sia capace di condizionare e in modo significativo le votazioni avellinesi? Che sia cioè da faro per tutti gli indecisi sospesi tra la «novità» rappresentata da Nello Pizza, e il «cambiamento» radicale del 5Stelle Vincenzo Ciampi?

Non crediamo. A questo punto le scelte sembrano fatte. Il voto amministrativo 2018 ha diviso come forse mai prima la città. Da una parte Pizza e le sue sette liste, dall'altra Ciampi e tutti gli altri. Una contrapposizione forte, in certi casi estrema, e proprio per questo – riteniamo - difficilmente influenzabile da una inchiesta giudiziaria.