di Andrea Fantucchio
Era accusato di aver violato la sorveglianza speciale, ma il giudice per le udienze preliminari Paolo Cassano lo ha prosciolto. Il boss di Quindici Arturo Graziano è stato scagionato da ogni accusa, così come sostenuto dal suo difensore di fiducia Raffaele Bizzarro. Le contestazioni si riferivano a tre episodi, fra maggio e il 6 giugno 2016, nei quali i carabinieri avevano eseguito delle perquisizioni domiciliari. E trovato l'imputato in compagnia di pregiudicati, violando le prescrizioni alle quali era sottoposto.
Il difensore ha citato una sentenza della Corte Costituzionale, che risale al 2013, e stabilisce come l'esecuzione di una misura di prevenzione personale resti sospesa se la persona che vi è sottoposta è in arresto per espiare una pena di lungo corso. Tocca poi al tribunale che ha applicato il provvedimento valutare, anche d'ufficio, la persistenza della pericolosità sociale dell'interessato nel momento dell'esecuzione della misura. Nel caso di Graziano (detenuto dal agosto 2017 a dicembre del 2015), nel periodo degli episodi contestati il tribunale doveva ancora esprimersi: di conseguenza la misura di prevenzione era da considerarsi sospesa.