Il centro storico di Atripalda, lo scorso fine settimana, ha ospitato il presepe vivente organizzato da Adelpa, presieduta da Gerardo Iannaccone che annovera nel proprio direttivo don Enzo De Stefano, Carmelina Di Paolo, Oreste Iarrobino, Antonio Cucciniello, Annarita Infante e Salvatore Aquino. Circa 80 figuranti, 28 ballerine e tante location, insieme agli artisti coinvolti, hanno reso la rappresentazione scenica della natività un evento suggestivo e magico. «Siamo soddisfatti - esordisce il presidente Iannaccone -, perché abbiamo registrato una notevole affluenza e molti consensi. Le novità introdotte quest’anno sono state apprezzate e ne siamo contenti».
In particolare?
«La location degli scavi di vico San Giovanniello è stata particolarmente indovinata perché ha rappresentato il luogo ideale per la rappresentazione del mercato dell’epoca, il palazzo di Erode crediamo abbia reso perfettamente l’idea, non sminuendo, ovviamente, la scelta di collocare all’interno della chiesa di Sant’Ippolisto la scena della natività».
Dal sagrato al transetto…
«Il nostro scopo era quello di far affluire quanti più visitatori era possibile all’interno della chiesa e ci siamo riusciti. Se qualcuno ha avuto l’impressione che ci fosse meno gente degli altri anni si sbaglia perché gli spazi erano molto ampi e le persone si sono distribuite in tutto il centro storico».
Cosa comporta organizzare il presepe vivente?
«Tanto impegno fisico e organizzativo. E anche una spesa di circa 4mila euro, che abbiamo potuto sostenere grazie al contributo del Comune di 800 euro, le offerte libere di 500 euro e, soprattutto, con i fondi dell’associazione provenienti dall’ultima lotteria di Carnevale che non ha visto reclamati i primi tre premi».
Vuole ringraziare qualcuno?
«Certamente Enzo Angiuoni per averci donato le stoffe per gli abiti delle ballerine e dell’harem di Erode ed Elena Capozzi con le sue allieve. Ma le persone da ringraziare sono tante, tutte quelle che ci hanno dato una mano».