Benevento

Un anno e 4 mesi, pena sospesa, il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, e il pagamento di una provvisionale di 15mila euro in favore di ciascuna delle parti civili. E' la condanna stabilita dal giudice Simonetta Rotili al termine del processo a carico di Caterina Ucci (avvocato Silvio Falato), tirata in ballo per la morte di Giovanni Lanterna, 51 anni, originario di Minturno ma residente a Faicchio, la cui vita si era fermata per sempre il 20 maggio del 2014 a San Lorenzello. Quando era rimasto schiacciato dal trattore che stava guidando.

Il dramma si era consumato in località Fontana Laurenziello, dove la vittima, per conto di Ucci, stava irrorando un uliveto in sella ad un mezzo gommato. All'improvviso, in un tratto del fondo a forte pendenza, il trattore si era ribaltato, abbattendosi sul malcapitato. Inutili i soccorsi, per l'uomo non c'era stato alcunchè da fare. Il sostituto procuratore Marcella Pizzillo aveva affidato l'incarico dell'autopsia al medico legale, la dottoressa Monica Fonzo, che l'aveva eseguita alla presenza del professore Fernando Panarese (per i familiari, assistiti dagli avvocati Angelo Leone e Patrizia Buccio) ed il dottore Emilio D'Oro per Caterina Ucci.

Una tragedia sul lavoro al centro di un'indagine dei carabinieri che si era conclusa con una richiesta di archiviazione alla quale la parte offesa si era opposta. Inevitabile, dunque, la fissazione di una camera di consiglio, all'esito della quale il gip Gelsomina Palmieri aveva ordinato l'imputazione coatta a carico di Ucci. Di qui l'udienza preliminare che si era tenuta il 16 marzo del 2016, nel corso della quale, oltre al rinvio a giudizio di Ucci, era stata disposta la trasmissione degli atti alla Procura. In quella occasione, infatti, l'avvocato Leone, che lo aveva già fatto in precedenza, aveva sottolineato la necessità di chiamare in causa, come proprietario del trattore, il coniuge, Antonio Federico, che qualche mese fa è stato anch'egli rinviato a giudizio.

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