di Siep

Sedici nuove aperture di McDonald's in Campania nei prossimi 5 anni e la creazione di oltre 600 posti di lavoro. Sono solo alcuni dei numeri della multinazionale della ristorazione in Campania, illustrati oggi dall'ad di McDonald'S Italia, Mario Federico, in occasione dell'incontro « Napoli tra eccellenze locali e grandi multinazionali», nell'ambito di «Panorama d'Italia». 

Accanto ai dipendenti diretti dei unti di ristorazione vanno considerati anche i lavoratori dell'indotto sempre sul territorio campano. «Un piano che prevede un indotto fatto di importanti aziende fornitrici e di aziende agricole: questo il ruolo di McDonald’s in Campania». E’ quanto sottolineato da Mario Federico, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia, nel corso del suo intervento al convegno tenutosi oggi presso la Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Napoli: “Napoli tra eccellenze locali e grandi multinazionali”, a cui hanno partecipato anche esponenti del mondo accademico e imprenditoriale: Aldo Barba, Docente di Politica economica presso l’Università Federico II di Napoli, Imma Simioli, Presidente e Amministratore Delegato di Fresystem Spa, Antonio D’Amato, Presidente SEDA Group, Francesco Maietta, Responsabile Progetti Food del Censis.

Il Convegno è stata l’occasione per presentare i risultati di uno studio del Censis su come cambia l’approccio al cibo degli Italiani e su come una multinazionale possa trasformare questi cambiamenti in valore economico, sociale e occupazionale per il territorio.

Lo studio evidenzia infatti una crescente attenzione dei consumatori per l’italianità del cibo, nella percezione collettiva garanzia di qualità e genuinità: il 78% di loro è infatti disposto a spendere di più per alimenti con ingredienti provenienti da produttori italiani. Ecco perché McDonald’s, che ha circa l’80% dei prodotti e dei servizi provenienti da aziende che si trovano in Italia, riesce a mettere in campo risposte che interpretano virtuosamente questa tendenza costitutiva della nuova domanda di cibo. E così viene anche attivato un virtuoso circuito di sviluppo nelle filiera agroalimentare che crea valore per le comunità coinvolte, che beneficiano dei conseguenti redditi e livelli occupazionali.

Sempre il Censis mostra infatti come in tempi di gig economy sia decisivo il ruolo delle grandi catene che creano lavoro a tempo indeterminato, e questo è ancora più vero per regioni come la Campania che ha tassi di occupazione bassi (43,7% di contro a 58,6% Italia) e una quota elevata di lavoro a tempo determinato (17% rispetto a 15% Italia). In questo McDonald’s, che a livello nazionale conta 20 mila posti di lavoro, di cui l’81% per Millennials, il 60% per donne, il 15% per stranieri e il 94% con contratto stabile, non può che essere un volano di buon sviluppo. Oltre a ciò, è da sottolineare anche l’impatto sull’indotto: la collaborazione di McDonald’s con alcune importanti aziende campane è fonte di ulteriori sbocchi occupazionali e di creazione di aggiuntive possibilità di business.

Fresystem, ad esempio, fornisce oltre il 90% dei prodotti da forno e delle brioches venduti nei ristoranti e nei McCafè di tutta Italia: circa 1.500 tonnellate di prodotto e 18 milioni di brioches e muffin. Un’altra realtà di rilievo è Seda Group, con sede in provincia di Napoli, e fornitore del packaging. Ogni anno i ristoranti McDonald’s in tutta Italia impiegano 150 milioni di bicchieri, oltre 100 milioni di box per i panini, 90 milioni di scatole per le patatine e 25 milioni di scatole di Happy Meal prodotte da Seda Group.

Un altro esempio di legame con il territorio è rappresentato da Ida Adinolfi, giovanissima imprenditrice agricola della provincia di Salerno selezionata attraverso il progetto Fattore Futuro la cui azienda è oggi fornitrice di insalata per McDonald’s Italia. Si tratta di una collaborazione concreta e che riguarda prodotti di altissima qualità: non a caso la rucola prodotta dall’azienda agricola di Ida è stata scelta come ingrediente per il McItaly Romagnola, con pregiata carne Romagnola. La fornitura è stata pari a circa 4 tonnellate di rucola, il 50% del totale utilizzato.