E' stato condannato a 20 anni, anche in appello, Carmine Ferrante, il 36enne muratore di Dragonea. Ieri sera la sentenza dei giudici della Corte d'assise di Salerno per l'omicidio di Nikolova Temenuzhka, la donna bulgara di 37 anni che si prostituiva tra Pagani e Sant'Egidio del Monte Albino. Arriva dunque la conferma della sentenza già pronunciata a carico dell’imputato dal gup del tribunale di Nocera, Alfonso Scermino, all’esito del rito abbreviato. 
Ferrante prima l'avrebbe uccisa, poi ne avrebbe trascinato il corpo,  lasciandolo tra le sterpaglie in una strada di campagna in via Leopardi, proprio alle spalle del cimitero di Pagani. Il cadavere della donna, madre di due bambini, fu ritrovato il 19 agosto del 2016, in evidente stato di decomposizione.

Sarebbe morta per strangolamento, dopo aver avuto un rapporto sessuale con il suo assassino. Ad incastrare il muratore, attualmente indagato anche per l’omicidio della 19enne bulgara Mariana Tudor Szekeres, la giovanissima prostituta trovata cadavere il 15 maggio 2016 in un terreno incolto tra via San Leonardo e via Dei Carrari a Salerno, è stato il ritrovamento nella Citroen C2 del 36enne di alcuni oggetti appartenuti alla vittima.

In particolare: orecchini e un bracciale. L'uomo, sposato e padre di tre figli, era stato riconosciuto anche da alcune amiche della vittima che avevano denunciato la scomparsa della 37enne ai carabinieri, confermando di averla vista salire sull'auto di Ferrante la notte in cui era sparita. Le donne, che si prostituivano in zona, avevano raccontato agli inquirenti di aver visto più volte quell'auto nera aggirarsi da quelle parti. Ferrante, prima dell'omicidio, pare avesse fatto diversi giri. Il 36enne era stato poi cliente anche di altre donne che si prostituivano sul territorio.                       

Sara Botte