Aversa

 

Il carcere di Aversa si conferma struttura in grado di essere annoverata fra quelle a cui ispirarsi quando si ha in mente un carcere modello, come emerso anche da una recente visita ispettiva di radicali italiani.

Il penitenziario, un tempo Opg, ha ospitato nella giornata di lunedì 4 giugno l’evento conclusivo di un progetto che ha coivolto nove detenuti. Una goccia nel mare, se si considera che ad Aversa ci sono oltre 200 ristretti, che però conferma il trend positivo innescato dalla direttrice, Carlotta Giaquinto, da tempo impegnata nella creazione di centri formativi e produttivi in un carcere che può contare su ampi spazi.

Alla presenza dell’assessore al lavoro della Regione Campania, Sonia Palmieri, del sindaco di Aversa Domenico de Crostofaro, della resonsabile del Cpi di Teano Maria Cristina Tari, della direttrice del carcere e del garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, sono stati consegnati gli attestati.

A riceverli, nove ristretti a cui si riconosce competenza di “Operatore dell’assemblaggio di apparecchiature elettromeccaniche ed elettriche”. Il corso è stato svolto dal consorzio Tekform, ente accreditato alla Regione e già attivo da oltre dieci anni nelle carceri. Il programma, della durata di 200 ore, rientrava nel programma Garanzia Giovani Campania e ha riguardato montaggio e cablaggio delle componenti elettriche ed elettroniche di macchine e impianti per meccanismi di automazione.  

Un progetto che è stato commentato con favore dal garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, secondo il quale: “Il tema del lavoro e della formazione in carcere, come quello delle attività educative, è strettamente legato al concetto costituzionale del carcere come luogo di rieducazione e reinserimento sociale”.