di Simonetta Ieppariello
Era ritenuto uno dei cento latitanti più pericolosi di Italia e ieri è stato stanato e preso in Irpinia. Si era sistemato in una accogliente e insospettabile villetta a Domicella, Guglielmo Cirillo, 28 anni e un curriculum di primo rango nel crimine organizzato. Stava pranzando quando i militari hanno fatto irruzione nella casa. Riso e fagioli il pasto caldo a tavola che Ciriello stava consumando quanto è stato stanato e preso. Il 28enne non ha opposto resistenza. E ora resta da capire da quanto tempo uno dei cento latitanti in fuga d'Italia aveva trovato rifugio in provincia di Avellino.
Il lavoro dei Carabinieri capillare e costante, ha ricevuto il plauso del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Voglio ringraziare l’Arma per il grande impegno e la professionalità che impiega quotidianamente nella lotta alla criminalità organizzata. Sono grato a tutti gli uomini e le donne in divisa che, con sacrificio e dedizione, difendono la sicurezza delle nostre città».
Cirillo, originario di Marano di Napoli ritenuto affiliato al clan camorristico dei “Polverino”, operante nella gestione di affari illeciti in Italia e all’estero, viene considerato un elemento cardine della rete di spaccio, secondo gli inquirenti, che avrebbe coordinato i rapporti tra Italia ed Estero.
Era latitante dal 4 giugno 2013, esattamente da 5 anni, a suo carico 2 ordinanze di custodia cautelare entrambe per associazione di tipo mafioso e traffico di stupefacente.
Si occupava infatti, per conto del clan, dell’importazione di hashish dalla Spagna e dal Marocco: contrattava i prezzi e gestiva l’ingresso in Italia delle partite.
La prima ordinanza di custodia cautelare, emessa il 4 giugno 2013 dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, vedeva Cirillo indagato insieme ad altre 16 persone; gli sviluppi della stessa indagine portarono poi all’emissione della seconda ordinanza, che tra gli indagati annoverava il nome dell’arrestato e altri 54 personaggi.
Nel frattempo il processo è andato avanti e Cirillo è stato condannato in contumacia a 11 anni. Quando i Carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento per catturarlo, Cirillo stava mangiando e non ha accennato resistenza. Durante la perquisizione nel nascondiglio è stato scoperto un angolo boxe con sacco e guantoni. Insomma, una casa attrezzata di ogni servizio per garantire una latitanza comoda a Cirillo. L'arresto firmato a Domicella conferma come l'Irpinia diventi troppo spesso comodo approdo per criminali e latitanti in cerca di un rifugio sicuro e vicino. Ora si indaga per capire chi abbia aiutato il latitante a vivere a Domicella in quella insospettabile villetto, fornendo sostegno e aiuto.