Avellino

 

di Andrea Fantucchio 

Non solo le figlie e la moglie dell'ex premier Ciriaco De Mita indicate come consulenti informatiche. Nel progetto da 200mila euro (199,997,80 con precisione) per la digitalizzazione degli archivi della onlus per l'assistenza ai disabili, Noi Con Loro, spunta anche il nome della signora delle pulizie. E' lo stesso progettista a riferirlo al piemme titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Vincenzo D'Onofrio. Interrogato su una collaboratrice (non la indicheremo perché non risulta indagata), ammette che l'unica donna  con quel nome era proprio la responsabile delle pulizie. E aggiunge che nell'attività di catalogazione dei volumi hanno preso parte solo due persone: una lavorava nella biblioteca dei padri Benedettini di Montevergine l'altro era dipendente di Noi Con Loro. Insomma, almeno stando ai suoi ricordi, della collaborazione delle De Mita o di altre persone non c'era traccia.

Solo una delle tante anomalie che emergono dalle 88 pagine del decreto di sequestro d'urgenza firmato oltre che da D'Onofrio anche dal capo della Procura avellinese, Rosario Cantelmo. Sono dieci gli indagati nell'inchiesta sulle onlus “Aias” e “Noi Con Loro”: nei loro confronti sono stati ipotizzati i reati di truffa aggravata, peculato e riciclaggio. Fra i nomi figura, oltre alle tre familiari di De Mita, anche l'ex consigliere di Avellino e presidente dell'Aias, Gerardo Bilotta, che – secondo gli inquirenti - con la complicità di alcuni imprenditori avrebbe contribuito a creare un sistema che distraeva decine di migliaia di euro di fondi pubblici. Favoriti, questo ipotizza la Procura, dagli organi di controllo: anche se al momento non ci sono indagati fra i funzionari della Regione o dell'azienda sanitaria locale.

L'inchiesta punta su un aspetto in particolare: il finanziamento per la “digitalizzazione e messa in rete degli archivi e biblioteche” previsti dal Por e Fesr (2007-2013). Nel mirino dei magistrati sono finite le fatture emesse dalla Ausonia It Service e Resours s.r.l e la Hs Soluzioni s.r.l. di Marco (amministratore) e Massimo Preziuso (indicato dai piemme come “gestore di fatto della società”). Avrebbero realizzato una serie di operazioni finanziarie inesistenti oltre a produrre falsi fogli di presenza relativi alle attività svolte presso Noi Con Loro, dichiarando di aver collaborato nel progetto. In favore dei due Preziuso sarebbero stati distratti 84.327 euro. 

E proprio le collaborazioni riportate hanno attirato l'attenzione dei Procuratori e della finanza: 10.620 euro sarebbero stati distratti in favore della signora De Mita (3.120 euro) e delle figlie Simona e Floriana (3.750 euro per ognuna) indicate con consulenti informatiche proprio della Ausonia It Service e Resours. Insomma pagate per fornire servizi che richiedono un'elevata specializzazione. Eppure il legale responsabile dell'azienda ha spiegato al piemme che “il contratto con le due sorelle e Annamaria Scarinzi fu stipulato sulla base dell'indicazione data da chi lo aveva contattato per l'appalto. E si era presento come “manager" responsabile della Onlus Noi con Loro” (non indicheremo il nome perché non risulta indagato). All'imprenditore venne detto che serviva un sistema informatico che consentisse la digitalizzazione dei libri permettendo la lettura a non vedenti ed ipovedenti. Dopo l'istallazione del materiale erano necessari “tecnici specializzati che facessero funzionare il software”. Attività per la quale, proprio su suggerimento del manager, vennero indicate le due sorelle e la Scarinzi. Il titolare ribadisce di “non sapere che capacità professionali avessero” anche perché non le conosceva affatto.

Sulle questione pesano anche le parole di una delle «uniche due persone» che il progettista ha dichiarato di aver visto lavorare alla catalogazione dei libri.

Nello specifico la dipendente che si occupa della gestione e cura della biblioteca statale gestita dai Frati Benedettini, racconta di aver conosciuto la signora De Mita nel 2011. Lei l'avrebbe messa in contatto con un funzionario della Regione che le aveva illustrato come non vi fossero fondi per il suo pagamento.

La sua collaborazione effettiva era partita nel 2012 quando il finanziamento era stato sbloccato. Ha aggiunto di aver sistemato, con l'aiuto di un dipendente Aias, circa 2000 volumi inserendo i titoli nel sistema informatico. Sei mesi di lavoro. Ma il pagamento, secondo il suo racconto, lo avrebbe ricevuto soltanto tre anni dopo. Quando venne comunicato che parte del finanziamento era stato erogato. Il suo compenso? 4mila euro (2 euro per ogni scheda formata e quindi testo catalogato). La donna ha riconosciuto di aver ricevuto un contratto nel 2012 (specifica di non ricordare se firmato da lei o meno) poi strappato nel 2015 quando ha sottoscritto l'atto di conferimento dell'incarico. Aggiunge di non conoscere né di aver lavorato con le figlie di De Mita, indicate come collaboratrici.