Atripalda

 

di Andrea Fantucchio 

Erano accusati di omicidio colposo per la morte di un paziente che avevano avuto in cura, sono stati tutti presciolti. Il gup ha deciso che non ci sarà alcun processo per i quattro medici della clinica Santa Rita indagati per la morte di un 74enne di Cesinali.

L'indagine, coordinata dall'allora sostituto procuratore del tribunale di Avellino Adriano Del Bene, è scattata nel 2012: l'uomo erano stato in cura alla Santa Rita dove, secondo la Procura, i medici incaricati di curarlo per imperizia, negligenza e imprudenza, non lo avevano trasferito in tempo in una struttura di alta specializzazione dove avrebbero eseguito i dovuti accertamenti del tumore al colon retto. Per gli inquirenti, nello specifico, i medici nel 2011 non avrebbero realizzato una tac colonscopica virtuale causando un ritardo nella diagnosi della neoplasia e impedendo l'esecuzione immediata di interventi chirurgici o di una terapia mirata come la chemioterapia. Infine la condizione del paziente era peggiorata fino al decesso. Il figlio della vittima aveva così denunciato l'accaduto facendo scattare l'indagine: era poi seguita la richiesta di rinvio a giudizio della Procura. La parte offesa, rappresentata dall'avvocato Riccardo Leonardi, sosteneva che vi fossero delle colpe attribuibili al personale medico.

Questa mattina, durante l'udienza preliminare, i penalisti Benedetto Vittorio De Maio, Alberico Villani e Giorgio Fontana, anche grazie a consulenze di parte, hanno dimostrato l'infondatezza dell'accusa. E chiarito come i medici finiti sotto inchiesta abbiano in realtà seguito tutto il protocollo previsto per il trattamento della patologia del paziente. La mancata diagnosi della neoplasia non poteva perciò essere attribuita a una loro imperizia e negligenza. Il gup ha così prosciolto gli imputati da ogni accusa.