La più grande campagna pro life nella storia d’Italia, iniziata il 21 maggio alla vigilia della ricorrenza dei quarant’anni della legge 194, è terminata portando in tutto il Paese messaggi di vita, in difesa dei bambini e delle donne.

I camion vela hanno viaggiato per tutta l’Italia, attraversando in sette giorni più di 500 città in 100 Province, accolti con sit in festosi, foto di gruppo davanti ai manifesti esposti e suscitando tanto interesse, condivisioni sui social e moltissimi articoli.

L’iniziativa di ProVita, realizzata grazie alla collaborazione di numerose associazioni e attivisti, ha reso visibile ovunque i messaggi contro l’aborto, censurati ad aprile dal sindaco di Roma, Virginia Raggi. Decine e decine di camion vela, muovendosi per il Paese, mostravano manifesti che hanno fatto riflettere centinaia di migliaia di persone. Dalla prima scritta, apparsa sul maxi manifesto di via Gregorio VII a Roma e ripetuta in tante città: «Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito»; a: «Non sono un fatto politico, non sono un’invenzione della Chiesa. Sono un bambino, guardami». Come pure i cartelli: «Il bambino a 11 settimane dal concepimento. Sai perché 7 ginecologi su 10 si rifiutano di praticare l’aborto? Ora lo sai» e: «Mamma, non ti pentirai di avermi avuto... E se proprio non puoi tenermi con te, dammi in adozione, fammi vivere!».