di Andrea Fantucchio
Un calendario molto particolare: sopra c'erano raffigurate piante di marijunana di tutti i tipi e le indicazioni di come coltivarle. La ciliegina sulla torta in quell'abitazione che era stata trasformata in una maxiserra di «erba». Da fuori era difficile accorgersene: uno dei tanti casolari dismessi nelle campagne di Caposele. (A fine articolo le fotografie dell'interno del casolare)
Eppure i carabinieri avevano qualche sospetto da tempo. Alcuni informatori li avevano messi sulla pista giusta. E' seguita l'ispezione nell'immobile condotta dai militari della stazione locale affiancati dai colleghi della compagnia di Montella che coordinano le indagini. A rivelare la presenza della “roba” l'odore pungente di marijuana che proveniva da una camera non distante dall'ingresso.
All'interno una coltivazione di canapa indica: due struttura in alluminio, dell’altezza di circa due metri, con sistema di depurazione dell’acqua, temporizzatore per l’energia elettrica, aereazione esterna, ventilazione ed illuminazione con particolari lampade irradianti una luce che stimola il ciclo vegetativo delle piante, frequentemente utilizzata per le coltivazioni di cannabis in ambienti chiusi.
Inoltre nel corso dell'ispezione sono stati sequestrati anche un essiccatoio artigianale in un mobile, delle infiorescenze di cannabis essiccata con del fertilizzante, oltre a un bilancino di precisione e alcune bustine di cellophane che vengono utilizzate per il confezionamento della marijuana.
L'immobile è stato sequestrato. Sono in corso indagini per risalire ai proprietari del casolare. I carabinieri stanno lavorando su alcuni elementi investigativi raccolti nelle scorse settimane e potrebbero presto arrivare a una svolta. Una delle ipotesi è che quell'abitazione fosse la base operativa di alcuni pusher ai quali si rivolgevano decine di clienti fra il comune altirpino e l'hinterland.