Benevento

Un consiglio comunale monco, con alcuni punti di illegittimità, e da rinviare. Così secondo Francesco De Pierro, capogruppo del Pd a Palazzo Mosti, il consiglio comunale che dovrebbe tenersi domani: "Dopo aver attentamente valutato la documentazione depositata a corredo, devo purtroppo constatare che tre dei quattro punti all’Ordine del Giorno del Consiglio comunale di domani presentano profili contraddittori, di dubbia legittimità e suscitano più di una perplessità rispetto a come sono stati istruiti. Sono costretto pertanto a chiedere all’Amministrazione di certo il ritiro del primo punto, e mi riferisco in particolare a “Integrazione della convenzione per il servizio idrico e affidamento servizio integrativo servizio di depurazione - approvazione convenzione con Gesesa Spa”, riservandomi di pronunciarmi sugli altri dopo le risposte e i chiarimento che l’Amministrazione sarà chiamata a fornire. In merito alla questione relativa alla Gesesa, mi preme evidenziare che la delibera è assolutamente incoerente in alcuni passaggi. Nel dettaglio, al punto 9 della stessa, si specifica che “il Commissario assume il ruolo di soggetto attuatore per la realizzazione dell’impianto di depurazione, avvalendosi del Comune di Benevento per i supporti tecnico-specialistici e amministrativi” e che egli “si avvarrà di propria centrale di committenza per l’affidamento, mediante procedure ad evidenza pubblica, degli incarichi di progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza, realizzazione dei lavori e collaudo”. Di seguito, al punto 10, si rubrica ancora che Gesesa dà per acquisita la circostanza che il Comune di Benevento ha determinato di affidargli “l’intero ciclo integrato delle acque, ivi compresa la costruzione e gestione delle nuove opere e che ne potrà svolgere anche la progettazione”. Due posizioni totalmente inconciliabili che fanno emergere discrasie e non chiariscono in alcun modo le reali intenzioni dell’Amministrazione comunale sull’argomento. Pur apprezzando lo sforzo di alcuni consiglieri comunali di maggioranza, a cui riconosco onestà intellettuale sull’argomento, mentre altri lo dicono sottovoce o lo pensano senza profferire parola, non mi resta che chiedere il ritiro del punto per un doveroso approfondimento dell’istruttoria attese le evidenti anomalie amministrative contenute nella delibera. A tal uopo, il tentativo dell’assessore Pasquariello di dissipare i dubbi dichiarando che si tratterebbe solo di un’estensione del servizio e non già di un affidamento del progetto, risulta vano dinanzi alle palesi incongruenze contenute nel documento gestionale che certamente, il cui contenuto, non può essere superato da parole in libertà, che sul piano sostanziale non modificano e soprattutto superano, il pasticcio amministrativo. In realtà non si comprende bene qual è il fine che si intende perseguire dinanzi ad una evidente sovrapposizione di ruoli e competenze, assegnando ad una Partecipata poteri e prerogative che assolutamente non gli competono. Sarebbe stato, viceversa, molto più semplice, da parte dell’assessore Pasquariello, prendere atto quantomeno di una stesura non precisa e puntuale del documento, dichiarando che l’Amministrazione si riservava di rivisitarne il testo per poi riproporlo successivamente con le necessarie modifiche. Quanto al terzo punto, “Approvazione di variante semplificata al PUC vigente per la realizzazione del nuovo complesso parrocchiale dello Spirito Santo il località Pezzapiana” mi tocca riscontrare che la proposta di delibera è identica a quella ritirata nel mese di gennaio, in mancanza di un atto propedeutico quale quello del frazionamento rivendicato dalla Curia. Anche in questo caso emerge tutta la superficialità di quest’Amministrazione, che allora portò in maniera frettolosa al vaglio del Consiglio una proposta incompleta e non approvabile. Stranisce che oggi venga quindi riproposto quello stesso deliberato, con medesimo tenore letterale, nonostante la presa di consapevolezza che quel vulnus, ovvero quel vuoto amministrativo sia stato colmato. Infine, si rappresenta una situazione di chiaro imbarazzo anche al quarto punto “Recesso da socio del Consorzio Celestiano scarl”. La quota di partecipazione a tale organismo, l’adesione al quale risale al 1997, non è stata mai menzionata, allorquando il Consiglio comunale fu chiamato a discutere del Piano di razionalizzazione delle Partecipate. Ergo, nel Bilancio di Previsione, laddove c’è necessità di rendicontazione delle partecipazioni, non c’è alcun riferimento a questa quota. Ora, all’improvviso, ci comunicano che il Comune intende recedere, ma che modo di agire è mai questo? Si pone un legittimo problema procedurale, il che mette in luce ancora una volta l’approssimazione con cui questa Amministrazione governa i processi".