Pietrelcina

“Un’occasione preziosa di incontro e riflessione su temi fondamentali in questi tempi, quelli dell’accoglienza e del buon welfare in un mondo interconnesso, caratterizzato da squilibri vertiginosi”. Così il Sua Em.za il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nella sua relazione introduttiva, ha definito il Festival #PortidiTerra, durante l’evento di inaugurazione al Palazzo di Vetro di Pietrelcina.

“Il welfare – ha aggiunto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana – deve avere al centro la promozione della persona, ingrediente indispensabile per una crescita economica duratura. Noi dobbiamo essere orientati verso un unico bene comune universale. Senza giustizia non ci sarà mai pace. Si deve andare verso la cooperazione degli uomini e degli Stati, ecco perché questo Festival è importante, perché è il festival di una rete di comunità locali che si sostengono a vicenda. Bisogna avviare - ha detto - processi educativi oltre l’emergenza, verso comunità accoglienti, per il rispetto dei diritti inalienabili della persona. Si deve raggiungere una nuova cultura dell’incontro, non dell’assimilazione, ma del riconoscimento reciproco come fattore di sviluppo. Bisogna aggiornare il welfare in maniera inclusiva. La grandezza della sfida non ci deve spaventare, poiché è a misura dell’intelligenza che il Creatore ha messo a disposizione degli uomini. La Chiesa Italiana – ha concluso - farà la sua parte e non farà mancare la sua voce e la sua azione in obbedienza al Vangelo”.

L’evento inaugurale, moderato dal direttore di Tv2000 Paolo Ruffini, è stato aperto dai saluti del sindaco di Pietrelcina Domenico Masone, cha ha parlato dell’esperienza di inclusione nel suo Comune #Welcome come di un fatto ordinario, quotidiano, e di don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento, che ha detto: “Il Festival #PortidiTerra è, anzitutto, una pagina di Chiesa locale aperta all’intera nazione. L’occasione per sentirci legati in un’esperienza di comunione che, nella particolarità delle nostre rispettive peculiarità, dà forma ad una straordinaria ricchezza fatta prima di tutto, dal dono della fede e della carità, nella vita dei singoli e delle comunità, nelle esperienze e nelle tradizioni che possediamo, nelle iniziative pastorali e culturali, nella responsabilità e nella cura dei beni che ci sono affidati, nel loro evangelico utilizzo, e delle persone con cui entreremo in relazione.

[…] Sogni? Forse. Utopia? Probabilmente. – ha aggiunto a conclusione del suo intervento -Ma, come sottolineava don Tonino Bello, ‘così a portata di mano, che possono finalmente diventare carne e sangue sull’altare della vita’. Implementando e diffondendo il modello del Manifesto del WELCOME, facendolo diventare strategia per tutti i comuni della nostra nazione, crediamo sia possibile ristabilire alcuni primati che, oggi, appaiono invertiti rispetto al loro ordine: il Vangelo sulla legge; la dignità dell’uomo sul profitto economico; il servizio sul potere. Vogliamo essere sempre più Chiesa del grembiule; credenti credibili; cittadini protagonisti e responsabili del futuro delle nostre comunità”.

Il direttore di Rete di Tv2000, introducendo la Presidente del Consiglio Regionale della Campania Rosetta D’Amelio ha definito il #PortidiTerra e il messaggio del “Manifesto per una rete dei Piccoli Comuni del #Welcome” come un “centro culturale di un pensiero buono, che restituisce alla parola Carità il suo significato profondo”.

L’intervento della Presidente D’Amelio è stato incentrato sull’importanza e la centralità, soprattutto in una regione come la Campania, del welfare “che deve essere considerato come un investimento, non una spesa. La politica deve essere la capacità di stare in sintonia con i problemi delle persone e con la vostra Rete si pone al centro la persona”.

È intervenuto poi il sindaco di Comerio Silvio Aimetti che ha portato la testimonianza della “Rete per l’accoglienza e la lotta alla povertà”, all’inizio uno scambio di buone prassi, poi processo generativo: “Il buonismo – ha detto – non ha mai fatto parte di questo progetto”.

Wael Suleiman, direttore di Caritas Giordania, dopo aver letto i saluti al Festival di mons. Tagle, presidente di Caritas Internationalis, ha raccontato della situazione in Giordania, al confine con la Siria, dove vi sono 4 milioni e mezzo di profughi “ma noi – detto – li chiamiamo ospiti. Oggi il sogno e quello che a gran voce chiediamo è la pace, perché nonostante tutti i soldi spesi e tutto l’amore donato non è cambiato niente, in Medio Oriente c’è sempre dolore, guerra, morte. Ma la vita deve offrire la vita. Tutto quello che facciamo – così il direttore di Caritas Giordania - è un’opera di Dio ma penso che è il momento giusto per lavorare per la Pace”.

Le conclusioni dell’evento sono state affidate a mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, che ha così esordito: “Io credo che un primo elemento da tenere presente è il nostro Occidente, la nostra civiltà, che molti temono che venga inquinata, è nata da contaminazioni, di migrazioni. Da questi giorni di Festival si può

 

 

uscire con una visione diversa, di accoglienza ragionata, frutto di un progetto politico, che può diventare opportunità, anche economica, per chi arriva e per chi già è qui”.