di Andrea Fantucchio
«Dolce, sensuale, trasgressiva... ma all'occorrenza anche educata e birichina...», un «curriculum» che valeva un sospetto. Quelle foto sugli annunci online – con fisico prorompente in bella mostra e pose ammiccanti – hanno fatto il resto. I carabinieri hanno iniziato a indagare.
La quarantenne era molto attiva su siti di incontri e social network: sfoggiava la sua bellezza e fin qui nulla da dire, sarebbero stati solo affari suoi; alcune foto e messaggi rivolti agli utenti, però, meritavano qualche approfondimento. Uno per tutti «Sono tutto ciò che sogni, puoi contattarmi qui». A margine il numero di telefono.
Il passo successivo? Combinare un «appuntamento di lavoro». Lei ha ingenuamente fornito l'indirizzo dell'abitazione: dopotutto – questo sostengono gli investigatori – di chiamate del genere ne riceveva decine ogni giorno. E' seguita la «visita» dei militari in una strada non distante dal centro di Atripalda: molto trafficata da automobilisti e pedoni. Eppure c'era qualcosa di strano: un via vai di uomini soli che si dirigeva in un unico appartamento.
All'uscita sono state raccolte alcune «confessioni». Frasi di circostanza, voci imbarazzate. Qualche richiesta di non divulgare la cosa: «Sì è una prostituta, ma ci sono andato una volta sola. Lo giuro. Non ditelo in giro».
I carabinieri non ne avevano alcuna intenzione. Dopotutto il sesso a pagamento è affare di chi lo pratica e tutt'al più di chi lo offre. Ma l'eventuale sfruttamento quello sì che è materia penale: e il comandante Costantino Cucciniello voleva andare in fondo alla questione. La prova regina l'ha fornita un blitz nell'appartamento: una stanza attrezzata con giochi erotici e vestiti «da lavoro» che spuntavano qui è in lì. La 40enne, alla vista dei carabinieri, ha presto confessato tutto. Successive indagini hanno portato alla denuncia di un 33enne di Avellino. Per i carabinieri avrebbe subaffittato la casa alla donna, della quale conosceva la professione, all'insaputa del proprietario. L'abitazione è stata sequestrata.