di Andrea Fantucchio
“E fatemi finire!”. Avrebbe urlato più o meno così ai poliziotti mentre cercava di “ridarsi un tono”: alzando frettolosamente i pantaloni con la cintura ancora slacciata. Quell’interruzione lo aveva innervosito e non poco. Accanto a lui un’avvenente giovane donna con gonna corta, abiti succinti e tacchi che poco si addicevano a quella campagna. Cosa stesse facendo quella coppia, quando i poliziotti ieri mattina li hanno interrotti, potete immaginarlo da voi. Ma l’indiscrezione degli agenti era ben motivata, la scena avvenuta a ridosso di Contrada Scrofeta, zona residenziale non distante da Picarelli, aveva tutti gli estremi per una denuncia da atti osceni in luogo pubblico. Le sorprese - se così le si vuol chiamare - non erano però ancora terminate. (La foto di copertina è tratta da Google ed è stata scelta perché fotografa una situazione attinente a quella raccontata)
Nonostante l’atteggiamento infastidito dell’uomo, infatti, i poliziotti della sezione Volante, agli ordini del vicequestore Elio Iannuzzi, hanno proceduto con l’identificazione. La 23enne era una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, soprattutto nell’hinterland salernitano dove aveva ricevuto numerose segnalazioni per rapine ai clienti e reati legati alla prostituzione. Ma si “era fatta conoscere” anche ad Avellino: le era stato recapitato un foglio di via firmato dal Questore, Luigi Botte: Bocca di rosa in quella campagna non poteva proprio esserci né tanto meno lavorare. E’ allora che l’uomo avrebbe tentato un ultimo e disperato tentativo di coprire l’evidenza, promettendo un “regalino” agli agenti per il loro silenzio e invitandoli a sospendere il controllo. Una pessima idea: è stato denunciato per tentata corruzione. Quando stare zitto gli sarebbe costato solo qualche attimo di imbarazzo, ma nulla di penalmente rilevante. Insomma dopo il danno la beffa: il 41enne, che risiede nell’hinterland avellinese, ricorderà questo giorno per un bel pezzo.