Il grande giorno si avvicina. Montevergine ospiterà sabato 12 maggio per la sesta volta il Giro d'Italia e l'amarcord è inevitabile. La montagna irpina è una delle più affascinanti della corsa rosa anche se i suoi 12 km di erta finale sono pedalabili. Sarà complicato fare la differenza, potrebbe arrivare un gruppetto con tutti i migliori, ma occhio agli ultimi tornanti che già in passato hanno deciso la frazione.
Ai piedi del Santuario, dove durante la seconda guerra mondiale fu nascosta la Sacra Sindone per no farla finire nelle mani dei nazisti, arriveranno migliaia di appassionati. I più fortunati riusciranno a salire con la funicolare al prezzo di 8 euro, anche se potrebbero esserci molti disagi soprattutto quando bisognerà scendere dopo l'arrivo della tappa (anche i ciclisti pagheranno il biglietto). Molti altri invece saliranno a piedi, altri ancora in bici, ma c'è anche chi arriverà nelle primissime ore del mattino o addirittura il giorno prima con auto e camper per assicurarsi realmente un posto in prima fila in uno degli stadi naturali più belli al mondo. In passato c'è sempre stato un grande spettacolo di pubblico fin dalla prima volta: correva l'anno 1962 e l'organizzazione decise di provare la scalata verso l'Abbazia di Montevergine. Vinse il belga Desmet e fu solo il primo degli «eroi» del pedale ad arrivare a braccia alzate sulla montagna irpina. La seconda volta che è giunta al corsa rosa è stato nel 2001, e a vincere fu Danilo Di Luca.
Nel 2004 e nel 2007 RCS puntò ancora sulla montagna irpina. Arrivarono due vittorie italiane che possiamo tranquillamente definire d'autore, quelle di Damiano Cunego e Danilo Di Luca che poi giunsero in rosa a Milano, anche se il corridore abruzzese negli anni successivi è stato protagonista delle cronache sportive soprattutto per i problemi col doping.
Fin qui tre vittorie italiane e una belga, ma nel 2011 fu Bart De Clerq che sorprese tutti imponendosi in uno dei primi arrivi in salita di quell'edizione e accorciò le distanze in una sfida che dura da quando esiste il pedale. Per tre volte abbiamo vinto noi, altre due è toccato a loro. Ma questa volta potrebbe essere un'altra la bandiera che sventolerà sul traguardo di Monteverginer. Occhio a Froome e al colombiano Miguel Angel Lopez, anche l'olandese Dumoulin non va sottovalutato, mentre tra gli italiani chi potrebbe spuntarla è Fabio Aru, senza dimenticare Domenico Pozzovivo che sulle strade irpine sarà seguito dai tanti tifosi lucani che sono già pronti ad incitare il proprio idolo.