Napoli

di Pierluigi Melillo

Se non è una retromarcia poco ci manca. Il governatore Vincenzo De Luca che s'era schierato nel Pd con l'ala che voleva il dialogo con il M5s ora cambia idea e torna all'attacco del capo politico dei grillini, Luigi Di Maio.

De Maio irresponsabile. "Per due mesi Di Maio ha tenuto inchiodata l'Italia alla sua pretesa di voler fare il presidente del Consiglio. E' stato un atto irresponsabile", ha sentenziato De Luca, a margine di un convegno sui fondi europei. Per il governatore, Di Maio ha mostrato di avere la "pretesa di fare il premier, che può avere una persona con il 50% dei voti non il 35%". "Per due mesi siamo stati inchiodati a una posiziona pregiudiziale dei 5 Stelle: o Di Maio premier o non si discute - ha affermato - un atto irresponsabile".

Questione di coerenza. "In 48 ore hanno cambiato linea, ma è arrivata tardi, resta il problema della coerenza programmatica dei 5 Stelle. Questa situazione di blocco - ha sottolineato - è determinata dalla pretesa dei 5 Stelle di mettere davanti alla discussione la presidenza del consiglio da dare a Di Maio".

La linea Renzi. De Luca torna, dunque sulle posizioni dell'ex premier Renzi da cui sembrava essersi allontanato in maniera irrimediabile, mettendo in difficoltà anche il figlio, il neodeputato Piero. "Non era proponibile Di Maio premier, dopo anni di aggressioni verbali demagogia e stupidaggini - ha evidenziato De Luca condividendo la linea di Renzi - Ci voleva una figura terza di garanzia. Non si poteva votare Di Maio premier. Vengo da decenni di esperienza nella pubblica amministrazione e ancora oggi fatico. Invidio chi, come Di Maio, che non ha mai calcato neanche un Consiglio comunale, si candidi a fare il presidente del Consiglio, mi vengono i brividi addosso".

L'uomo dai mille volti. La retromarcia di De Luca suscita l'immediata reazione di Valeria Ciarambino, consigliera regionale del M5s. "Riecco l'uomo dai mille volti, il governatore delle ipocrisie, quello che un giorno dichiara guerra all'ex segretario del suo partito, mettendone a nudo tutti i fallimenti, per poi raccomandargli con calore quel figlioletto che i suoi concittadini hanno bocciato, ma che una legge vergogna ha ripescato e ha comodamente seduto in Parlamento. E la prole ha ricambiato, esprimendo fiducia piena al padre putativo Renzi".

L'ira della Ciarambino. "Così ha voluto - dice rabbiosamente la Ciarambino - quel campione di ipocrisia di papà Enzo De Luca, il governatore delle contraddizioni, che appena ieri tendeva una mano a M5S sperando che un eventuale governo a 5 Stelle lo aiutasse a riparare i troppi danni che lui stesso ha procurato alla Campania ma che, ora che la scena è cambiata, è tornato sul fronte di guerra col suo carico di violenza verbale a cui ci ha abituato".

Il flop dei fondi Ue. La Ciarambino demolisce l'immagine di De Luca sui fondi europei. "Il poveretto - dice la consigliera - si barcamena, provando a spostare il dibattito dai suoi insuccessi, dai fallimenti, dalle troppe inchieste che hanno travolto gli uomini di cui in questi anni si è circondato. E lancia strali a margine di un convegno sui Fondi europei, deviando l'attenzione dall'unica notizia in tema coi lavori: il rischio, sempre più concreto, che la Campania perderà oltre 600 milioni di fondi Ue grazie alle sue sciagurate politiche di indirizzo ed ai ritardi atavici nella programmazione della spesa".

Regione sul baratro. "La battuta sulle cabine elettorali in spiaggia ha il sapore di un'offesa in una regione che questo governatore sta portando a un passo dal baratro, con scene quotidiane di fuga a gambe levate delle imprese, un tasso di disoccupazione record e un numero sempre più alto di famiglie che spaccano in quattro il centesimo per arrivare a fine mese. Le domeniche al mare tra un po' saranno un lusso che potranno concedersi soltanto De Luca, i suoi manager superstipendiati e i consulenti che continua ad arricchire con parcelle d'oro. Questo poltronista della politica, che non ha conosciuto un solo giorno di lavoro, abile a inventarsi reparti al solo fine di sistemare primari amici, ora si appella al senso di responsabilità dei partiti. Avesse lui la responsabilità di farsi da parte e consegnare la Regione a chi non punta a occupare poltrone e foraggiare clientele, ma ha come unico obiettivo la qualità della vita dei cittadini"