Rimesso in libertà Massimo Colarusso (avvocati Vincenzo Regardi e Roberto Pulcino), 50 anni, di San Giorgio del Sannio, che due settimane fa era finito agli arresti domiciliari in un'indagine antidroga diretta dalla Dda di Napoli e condotta dagli agenti del commissariato di Nola e della sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile partenopea. La decisione, che ha riguardato anche altri tre indagati della provincia di Napoli, è stata firmata dal Riesame, che ha accolto il ricorso della difesa ed ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare a carico del sannita.
Si tratta di una delle trentadue persone colpite dal provvedimento restrittivo: per diciotto era stato disposto il carcere, gli arresti in casa per le altre. E' il caso di Colarusso che, comparso dinanzi al gip per l'interrogatorio di garanzia, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti era stata prospettata la presunta partecipazione ad una delle due associazioni per delinquere individuate dagli inquirenti e ritenute dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti; in particolare, cocaina ed hashish.
L'inchiesta, denominata 'Primavera nolana', era andata avanti per due anni, scandita da sequestri di 'roba', arresti in flagranza e segnalazioni alle prefetture dei consumatori. Riguarda fatti che si sarebbero svolti nel 2015 ed include anche un capitolo relativo a furti ed estorsioni che sarebbero stati commessi per procurarsi il denaro da reinvestire nell'acquisto della droga.
Nella ricostruzione operata dalla Dda, da Nola, punto di partenza, il 'giro' si sarebbe esteso anche alle province di Avellino, Benevento e Caserta. Frutto di una organizzazione, sostiene l'accusa, fatta di ruoli precisi e di uno scambio di informazioni che avrebbe evitato la sovrapposizione degli incarichi.
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