Oggi, 7 Maggio 2018 e fino al 19, comincia la somministrazione dei test Invalsi in tutte le scuole superiori di secondo grado. La posizione a riguardo da parte dell’Unione degli Studenti è storica, non vogliamo compilare a testa bassa test che alimentano la logica della competizione e del merito all’interno dei luoghi di formazione. Il Ministero ormai da ben dieci anni propaganda questi questionari a crocette come strumento di certificazione e valutazione dello stato della didattica in Italia, eppure sono sempre e solo stati uno strumento per allargare la forbice sociale fra le scuole, relegandole a delle classifiche con nessuna validità scientifica. Scuole di serie A e di serie B, scuole che “meritano” finanziamenti più di altre, didattica di addestramento alla compilazione degli stessi test ogni giorno nelle nostre classi (il cosiddetto teaching to test), didattica frontale,nozionistica e per niente partecipata ma semplicemente assoggettato alle logiche di mercato. Questo realmente ci “insegnano” le Invalsi.

«Viviamo nell’era del mito delle “competenze”, perché se non hai quelle non vai da nessuna parte e non sarai mai nessuno, ma questo lo dicono loro mentre noi abbiamo un’ idea diversa di formazione- dichiara Manuel Masucci dell’Unione degli Studenti Campania-che significa collettività, democrazia e partecipazione. Il boicottaggio è sempre stato per noi strumento di risposta a questo modello malato e schizzofrenico di scuola. Rivoluzione del test perché adesso digitalizzato e spalmato su più giorni? Ennesimo strumento repressivo per placare un dissenso che gli studenti hanno saputo esprimere bene in questi anni nei confronti di un’sistema di valutazione non solo dannoso ma anche parziale, che piuttosto di abbattere le diseguaglianze le replica; ma questo di certo non ci fermerà».

Ed è per questo che da oggi fino ed oltre il 19 Maggio ci attiveremo in tutta la regione Campania e a livello nazionale,boicottando i test nelle scuole e promuovendo la riflessione dentro e fuori i luoghi della formazione,per smascherare questa finta innovazione e riaprire il dibattito sulla didattica e la valutazione, per costruire e praticare l’alternativa.Non vogliamo l’ennesimo strumento di valutazione escludente e meritocratico che considera gli studenti come cifre su un libro contabile, gli insegnanti come schiavi e i presidi come manager dell’azienda-formazione.Saperi critici, programmi scolastici costruiti insieme alla componente studentesca, nessuna valutazione punitiva e una didattica democratica svincolata dalle logiche del mercato : tutto questo e tanto altro affinchè nessuno più ci dica “ Se sbagli sei fuori”.