Benevento

Rinviati a giudizio, dal gup Gelsomina Palmieri, Luigi Sacco, 69 anni, di Melizzano, e Ioana Tinca, 55 anni, origini rumene, residente ad Amorosi; il primo accusato di due tentativi di estorsione e, in concorso con la donna, di rapina. Si tratta delle due persone – sono difese dall'avvocato Ettore Marcarelli - che i carabinieri avevano arrestato il 10 giugno dello scorso anno – poi erano tornate in libertà – in un'indagine centrata su una causa di lavoro intentata da una cittadina rumena nei confronti dei familiari di un professionista per il quale aveva lavorato come badante.

L'avrebbe fatto su proposta dei due imputati, che le avrebbero anche presentato un legale. Un contenzioso approdato dinanzi al Tribunale di Benevento e definito il 22 luglio del 2016 con una transazione. 2300 euro, questo l'importo incassato dalla straniera, dalla quale, in precedenza, Sacco, che l'aveva accompagnata in auto nel capoluogo sannita, avrebbe preteso una somma (“Mi devi dare 4mila euro, ho pagato alcuni testimoni...), minacciandola, con un gesto, di tagliarle la testa.

Una volta rientrati ad Amorosi, la malcapitata sarebbe finita nel mirino sia dell'allora 67enne, che l'avrebbe schiaffeggiata e fatta scendere dalla macchina, sia di Tinca che, sopraggiunta, l'avrebbe scaraventata nuovamente nella macchina e le avrebbe infilato le mani nel reggiseno, sottraendole il denaro ed una carta d'identità.

L'altra tentata estorsione addebitata a Sacco è stato ravvisata anche in relazione ad un'ulteriore storia che si sarebbe consumata tra gennaio e febbraio 2015. Quando, minacciando di denunciarlo per non averla assunta e regolarmente pagata, avrebbe cercato di farsi consegnare prima 42mila, poi 8mila euro da un uomo per il quale Tinca aveva prestato servizio. Questa mattina l'udienza preliminare e i rinvii a giudizio: il processo partirà il 2 ottobre.

Esp