Con quarantadue reti subite in trasferta la Valentino Ferrara ha lasciato ufficialmente la serie A1 di Pallamano. Nella gara di ritorno dei play out permanenza la squadra di mister Giovanni Nasta non è riuscita ad impensierire l’Alperia Merano. Troppo il divario tra i due roster. Non c’è realmente mai stata partita né all’andata né al ritorno. Prantner ha preparato bene il doppio confronto, non si è cullato sulla presunta superiorità regalata dalla posizione in classifica ma ha badato al sodo pensando solo al passaggio del turno.
Squadra brillante Merano, sulle gambe invece quella sannita che ha vissuto una stagione con pochi alti e tanti bassi. Il 42 a 33 della sfida di ritorno conferma la tesi che abbiamo più volte ribadito, quella della difesa. Non si può restare in serie A1 subendo così tanti gol, nonostante a difendere la porta ci sia un portiere di ottimo livello come Randes che sembra essere destinato ad una carriera di tutto rispetto.
Nasta e il suo staff tecnico hanno impostato la squadra sulla fisicità e la vena realizzativa di Pereira, che anche in questo campionato ha vinto la classifica marcatori, e sulla velocità di esecuzione. Troppo poco, però, in una pallamano che ogni anno propone novità anche in Italia e dove difendere resta sempre e comunque una priorità.
C’è stata anche un po’ di presunzione da parte della società, evidentemente la rosa allestita è stata sopravvalutata visto il risultato ottenuto. Il destino della squadra era parso già segnato a novembre, quando dopo il primo dei tre derby stagionali meritatamente vinti da Pereira e compagni, si intuirono pesantissime lacune tattiche e non solo.
In un articolo, dove spiegavamo come in quella stracittadina ci fossero in campo pochi sanniti, avevamo lanciato un grido d’allarme, una piccola ancora di salvezza alla Pallamano di casa nostra che stava per lasciare la massima serie. Il commento non fu per nulla gradito dai gialloverdi, in particolare da qualche esponente che fa parte della dirigenza. Solo il presidente Mario Luciano fu pronto al confronto sincero e leale in seguito ad uno spiacevole episodio che vide protagonisti alcuni tesserati durante la Festa delle Stelle organizzata dal Coni.
Avere in campo pochi sanniti non ha portato al raggiungimento della salvezza che era l’obiettivo stagionale, e ora si corre il serio rischio di non aver posto solide basi per il futuro che si chiamerà quasi certamente A2. Dispiace, perché la storia recente dello sport sannita avrebbe dovuto insegnare qualcosa: basti pensare ai recenti dualismi nel basket con entrambe le società costrette ad alzare bandiera bianca e a cessare l’attività seniores; al rugby o anche alla pallavolo dove in città, dopo un breve dualismo, una delle due società è stata costretta a fare diversi passi indietro.
L’augurio è quello che il sodalizio gialloverde, nato in nome di un ragazzo sannita che amava questo sport, possa compiere un percorso di crescita diverso da quello pianificato in questi primi anni. Forse i due ripescaggi che hanno regalato alla squadra la possibilità di giocare nella massima serie, non hanno permesso ai più giovani di crescere sul campo subendo sconfitte e festeggiando le vittorie. Il passato può insegnare tanto, gli errori servono a migliorare, per questo siamo sicuri che il presidente Mario Luciano e il suo staff dirigenziale con a capo Luca Luciani, vera anima della società, possa programmare il futuro con serenità e dare a Nasta, se verrà confermato, o ad un altro tecnico, un gruppo su cui lavorare con calma senza l’ossessione del risultato, quello che spesso diventa un avversario impossibile da contrastare.