di Andrea Fantucchio
Dopo sette anni arriva la condanna per omicidio colposo (due anni con pena sospesa) per il responsabile della ditta e l'architetto responsabile della sicurezza del cantiere nel quale ha perso la vita il 54enne Vittorio Rozza. Una tragedia che nel 2012 aveva sconvolto la comunità di Mugnano del Cardinale dove l'operaio era molto conosciuto. Il giudice del tribunale di Avellino, Viviana Centola, ha accolto la tesi dell'accusa, rappresentata in aula dal vpo Maria Luisa Giordano, e così ha disposto la condanna. Le motivazioni saranno rese note fra novanta giorni.
Il processo scaturisce da un incidente sul lavoro che si è registrato nel 2012 in un cantiere di Mugnano. Rozza si era trafitto con un ferro della fondazione dell'edificio in costruzione. Erano così scattate le indagini della Procura di Avellino, affidate al sostituto Cecilia Annecchini. Il magistrato aveva chiesto e ottenuto in rinvio a giudizio per i due imputati nei cui confronti ravvisava gravi profili di colpa.
La difesa, condotta dagli avvocati Antonio Falconieri e Nello Pizza, è pronta a impugnare la sentenza in Appello. I difensori ritengono infatti che il giudizio di primo grado non abbia tenuto conto della mancanza di numerosi e rilevanti elementi investigativi. Secondo l'assunto difensivo, infatti, le cause alla base della caduta dell'uomo non sono mai state chiarite, anche perché dopo la morte era stato disposto il solo esame esterno del cadavere senza che fosse eseguita l'autopsia. Aspetto che era emerso anche durante l'escussione di un operaio, collega di Rozza, che non aveva saputo spiegare il motivo della caduta della vittima pur essendo presente al momento della tragedia. Per la difesa - infine - i parametri di sicurezza seguiti nel cantiere rispettavano quelle previsti dalla legge.