Ha pianto prima di essere portato in carcere, Karol Lapenta. Il 18enne apprendista macellaio che ha confessato l'omicidio di Antonio Alexander Pascuzzo poche ore dopo essere stato prelevato dalla sua abitazione dai carabinieri. Il giovane di origini polacche, adottato da una famiglia di Buonabitacolo, ha raccontato agli inquirenti cosa è successo quella sera. “Valuteremo la confessione resa dal mio assistito una volta acquisite tutte le carte. Procederò quindi alla richiesta di copia di tutti gli atti di indagine sino ad ora compiuti al fine di valutare la completa fondatezza della confessione del mio assistito”. Questa l’unica dichiarazione del difensore di Karol Lapenta, l'avvocato Michele Di Iesu, dopo l’interrogatorio di garanzia del diciottenne. A riportarla il quotidiano Il Mattino.
La confessione sarebbe avvenuta la notte tra sabato e domenica scorsa, quella successiva al ritrovamento del cadavere, in fase di decomposizione, del 18enne.
Lapenta avrebbe raccontato quanto accaduto, in presenza del suo legale, al procuratore della Repubblica di Lagonegro, Vittorio Russo. Un'aggressione per avere della droga. Avrebbe accompagnato poi gli inquirenti a recuperare l'arma del delitto, un coltello, nella macelleria di Montesano sulla Marcellana.
Poi, poco prima di essere condotto nel carcere di Potenza, sarebbe scoppiato in lacrime. “Ha compreso cosa aveva fatto. Forse l’inizio di un pentimento umano” avrebbe dichiarato il procuratore Russo. Intanto non si fermano le indagini degli inquirenti. I militari starebbero interrogando altre persone per chiarire le dinamiche di questo brutale omicidio, e accertarne il movente.
Pare troppo flebile per gli investigatori la motivazione del bisogno di appropriarsi di poche dosi di droga, tenendo conto della violenza del delitto, delle sette coltellate inferte al 18enne e del calcio in faccia, quando già era privo di vita
S.B.