Benevento

Venti giorni fa – il 29 marzo - era stato colpito da un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari adottata dal gip Gelsomina Palmieri come aggravamento della misura – il divieto di avvicinamento all'ex moglie – alla quale era sottoposto per un'ipotesi di stalking, ma aveva accusato un malore di origine cardiaca che aveva reso indispensabile il suo ricovero all'ospedale Rummo. Questa mattina, assistito dagli avvocati Antonio Leone e Mario Tomasiello, è comparso dinanzi al sostituto procuratore Marilia Capitanio, titolare dell'inchiesta affidata ai carabinieri, per un interrogatorio nel corso del quale ritiene di aver offerto una serie di chiarimenti sui comportamenti che gli sono stati contestati.

Lui è un 55enne della Valle Telesina ritenuto responsabile di atti persecutori, ai danni dell'ex coniuge, che sarebbero iniziati nel 2016 con la domanda di separazione avanzata dalla donna. Una scelta alla quale sarebbero seguite le condotte, più volte al centro di querele, prospettate a carico dell'ex marito, raggiunto in sede civile anche da un ordine di protezione. Lui l'avrebbe minacciata ripetutamente, l'avrebbe tempestata di telefonate e messaggi, l'avrebbe attesa sotto casa e inseguita negli spostamenti. Tutto ciò avrebbe determinato nella parte offesa – è rappresentata dagli avvocati Sergio Rando e Luisa Ventorino - una condizione di paura per la propria incolumità, del figlio e dei familiari.

Un quadro indiziario sfociato nell'ottobre 2017 nel divieto di avvicinamento imposto all'uomo, che durante l'interrogatorio aveva spiegato le sue azioni solo con la voglia di rivedere il figlio. Una possibilità che gli sarebbe stata preclusa dal dicembre 2016, nonostante un provvedimento del giudice. Poi, come detto, la violazione del divieto che gli era costata gli arresti in casa ai quali attualmente si trova.

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