Buonabitacolo

Era tra la folla che si era radunata quando in paese si era sparsa la voce del ritrovamento del cadavere di Antonio Pascuzzo, il 18enne di Buonabitacolo ucciso con 7 coltellate. Chiedeva cosa fosse successo, ma la risposta la conosceva benissimo: Karol Lapenta, anche lui 18 anni, solo poche ore prima aveva pugnalato a morte il suo coetaneo, per poi trascinare il corpo e gettarlo da un dislivello nei pressi del greto di un canale.

Omicidio volontario, occultamento di cadavere e rapina con l’aggravante dei futili motivi: di questo dovrà rispondere il giovane originario della Polonia ma adottato da una famiglia di Buonabitacolo. Dinanzi ai carabinieri della compagnia di Sala Consilina e al procuratore di Lagonegro Vittorio Russo avrebbe ammesso le proprie responsabilità: l’avrebbe ucciso per un po’ di marijuana, per qualche spinello.

Sia l’assassino che la vittima condividevano la passione per le droghe leggere: Antonio aveva dei precedenti ed era stato arrestato per spaccio, Karol invece sul suo profilo facebook condivideva post sulle canne.

Entrambi stranieri di origine, i due si conoscevano com’è ovvio che sia in un comune di poco più di 2mila anime che si è trovato a fare i conti con una storia terribile. I loro destini si sono incrociati la sera del 6 aprile, quando Pascuzzo esce di casa dicendo allo zio di andare a comprare le sigarette. In realtà il suo è un appuntamento con la morte. Nell’area della piscina comunale, zona poco illuminata e luogo preferito da coppiette e pusher, i due coetanei si incontrano.

Doveva essere uno scambio di marijuana, ma qualcosa va storto. Karol colpisce Antonio 7 volte, all’addome e al torace. Poi sposta il corpo per nasconderlo. Il cadavere viene trovato sabato pomeriggio, in avanzato stato di decomposizione. Poche ore dopo, la confessione dell’omicida, per un delitto efferato che si fatica a spiegare.

Giovanbattista Lanzilli