Ripartono le indagini sull'omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Il caso non è chiuso. Mentre su richiesta della procura di Salerno è stata archiviata la posizione del primo e principale indagato, Bruno Humberto Damiani, ritenuto estraneo ai fatti, si profila dunque un nuovo filone investigativo. Un fascicolo aperto in seguito alla raccolta di diversi elementi da parte del pm Rosa Volpe.
Non si placa la ricerca del killer che il 5 settembre del 2010 ha freddato con 9 colpi di pistola calibro 9, arma mai trovata, il sindaco pescatore mentre a bordo della sua auto rientrava in casa. Il nuovo filone investigativo batterebbe sempre la pista dello spaccio di droga ad Acciaroli, divenuto nell'ultimo periodo della sua vita un pallino fisso per Vassallo. Tanto da portarlo ad affrontare in prima persona, secondo indiscrezioni al vaglio degli inquirenti, dei presunti pusher. Al momento non ci sarebbero indagati.
Vassallo quella drammatica sera di settembre potrebbe aver parlato con il suo assassino, la sua macchina era spenta con le chiavi inserite e con il finestrino abbassato dal lato del guidatore. Il colpo esploso da una distanza ravvicinata farebbe pensare che si possa essere trattato di una persona conosciuta da Vassallo che prima di essere ucciso avrebbe ricevuto una telefonata, mentre si trovava con degli amici.
Continua dunque la ricerca della verità tanto invocata in questi lunghi otto anni dai familiari del sindaco pescatore. Un giallo legato anche ad una frase pronunciata da Vassallo che è rimasta un rebus per gli inquirenti: ho scoperto una cosa che non avrei mai voluto scoprire”. Poche parole che hanno aperto le ricerche su varie ipotesi, dal filone passionale, alle controversie sulla gestione dei locali della zona, per poi tornare sempre al filone della droga.
Sara Botte