Niente carcere ma resta ai domiciliari, e senza braccialetto elettronico, presso l’abitazione dei genitori a Roccaraso. Con il divieto di utilizzare pc e telefono e di incontrare altre persone senza l’autorizzazione dei giudici. Questa la decisione della Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Dda nei confronti dell’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti.
Indagato per scambio elettorale politico-mafioso, secondo l’Antimafia avrebbe dovuto scontare in carcere l’attesa del braccialetto elettronico. Il Riesame prima, e la Cassazione poi, hanno però disposto la detenzione domiciliare e senza lo strumento elettronico. Intanto l’udienza è stata aggiornata al prossimo 26 aprile. Il pm Vincenzo Montemurro ha poi chiesto al gup un incidente probatorio per poter sentire alcuni testimoni.
Aliberti continuerà dunque a vivere nella casa con i suoi genitori, non potendo incontrare altre persone senza il permesso dell'autorità giudiziaria e senza poter utilizzare telefono o computer. L'ex fascia tricolore, indagato per scambio elettorale politico mafioso, era stato arrestato lo scorso 24 gennaio nell'ambito dell'inchiesta denominata "Sarastra", che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scafati.
Nata per scoperchiare il presunto patto tra la classe politica ed esponenti di clan di camorra nell'Agro nocerino sarnese, come i Loreto - Ridosso. Diversi gli indagati, oltre all'ex sindaco di Scafati, per scambio elettorale politico-mafioso, abuso d'ufficio ed estorsione. Aliberti dal suo canto si è sempre dichiarato innocente ed estraneo ai fatti, parlando di un complotto contro di lui ad opera proprio dei criminali che si sarebbe rifiutato di aiutare e dei suoi tanti avversari politici che starebbero cercando di incastrarlo.
S.B.