Caserta

Otto misure cautelari (cinque in carcere e tre ai domiciliari) sono state eseguite in mattinata a Caserta su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere. 
L'ipotesi di reato è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno di anziani, e di 86 reati per altrettanti episodi accertati di truffe consumate e tentate ai danni di persone in età avanzata.

Gli inquirenti si sono basati durante le indagini sulle denunce delle vittime delle truffe e poi su intercettazioni telefoniche, con servizi di pedinamento e osservazione, spesso seguite da arresti in flagranza (operati per evitare che il reato venisse portato a conseguenze ulteriori);
 

Dalla Procura infatti spiegano: " Il grave compendio indiziario così raccolto ha consentito di operare la ricostruzione di circa 90 episodi tra truffe consumate e tentate ai danni di persone anziane, naturalmente vulnerabili proprio a causa dell'età avanzata; nonché di calcolare in circa €100.000 l'ammontare complessivo del profitto illecito conseguito, rappresentato da denaro contante, gioielli e monili in oro. Grazie alle informazioni acquisite durante le indagini - il primo, composto dagli associati preposti all'individuazione delle vittime, alla raccolta d'informazioni sulle loro quotidiane abitudini di vita, alla pianificazione della truffa ed al coordinamento di tutte le attività propedeutiche e strumentali alla fase esecutiva della truffa; - il secondo, ma non meno importante livello, composto dai soggetti preposti all'esecuzione delle truffe. L'ingegnoso sistema di raggiro utilizzato dal sodalizio criminale prende il nome di "truffa del pacco" e si fonda sulle consolidate capacità di raggiro e persuasione acquisite dai truffatori. Il ruolo principale veniva, infatti, svolto a mezzo del telefono, dai capi dell'associazione che si occupavano di individuare le vittime (di solito persone in età avanzata e che nella maggior parte dei casi vivono da sole) ed acquisire i numeri telefonici. Gli stessi procedevano poi a contattare telefonicamente la vittima, cui si presentavano come loro figli/nipoti in modo da instaurare un colloquio di tipo familiare e superare la resistenza psicologica degli anziani. Una volta che la parte offesa era stata convinta a parlare con un suo (fìttizio) parente, proseguiva la seconda parte del raggiro, attraverso la rappresentazione di un temporaneo stato di difficoltà del parente fìttizio per il ritiro di un "pacco urgente", che un corriere sarebbe passato a consegnare, previo versamento di una somma di denaro, oscillante tra i 1.000 ed i 3.0006, somma di denaro che poteva essere corrisposto anche con gioielli o preziosi in caso d'indisponibilità di denaro contante. Ottenuto l'assenso da parte della vìttima, mentre quest'ultima veniva trattenuta al telefono per evitare che potesse contattare familiari o conoscenti, entravano in azione gli esecutori materiali della truffa, generalmente due persone, i quali, sulla base delle informazioni acquisite dai basisti, raggiungevano l'obbiettivo. A questo punto, uno dei due, fingendo di essere il citato corriere, si presentava agli anziani e consegnava il pacco, contenente di solito un bagno schiuma o dei calzini, ritirando, in cambio, la somma pattuita, mentre il complice rimaneva nelle vicinanze a bordo dell'autovettura con funzioni di palo. Da rimarcare la scarsa propensione delle vittime a denunciare le truffe subite; atteggiamento di sfiducia solo iniziale e di certo non orientato ad eludere le indagini giudiziarie (anche perché, successivamente alla scoperta dei fatti, le vittime hanno pienamente collaborato con gli organi inquirenti) e frutto probabilmente del disagio psicologico vissuto dall'anziana vittima. L'esito dell'attività investigativa-unitamente a quelli già raccolti per precedenti, analoghe attività- potrà, fra l'altro, sortire l'effetto di orientare la vittima all'emersione del proprio vissuto, con risultati favorevoli in termini di potenziamento del contrasto all'odioso fenomeno delle truffe ai danni di soggetti deboli".