Montella

 

di Andrea Fantucchio 

Ha risposto al gip, Fabrizio Ciccone, uno degli indagati arrestati nell’inchiesta su una serie di furti di trattori registrati fra Montella e l’hinterland, nel 2017, gli altri tre presunti complici raggiunti da misure cautelari hanno invece deciso di rimanere in silenzio.  I quattro sono finiti in un’indagine che ha coinvolto altre cinque persone: si tratta di un 40enne di Giffoni Valle Piana raggiunto da un obbligo di dimora, due agricoltori di Lioni, un operaio di Calitri e un allevatore di Savignano Irpino.

Tutto nasce da un controllo su strada. I carabinieri di Montella, al comando del luogotenente Stefano Nazzaro, nell’estate del 2017 avevano fermato un uomo a bordo di un trattore rubato nei pressi di Savignano Irpino. Così era scattata l’indagine, diretta dal procuratore Fabio Massimo del Mauro. Decine e decine di intercettazioni raccolte nei lunghi viaggi in auto realizzati dagli indagati prima di compiere i furti.

A capo della presunta associazione c’era una donna di Montella, moglie dell’uomo che oggi ha deciso di rispondere al giudice per le indagini preliminari.

Per gli inquirenti, i due coniugi con la complicità di un 33enne di Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno, avrebbero  eseguito materialmente i furti. I due uomini sarebbero tornati a bordo dei trattori rubati, mentre la donna, a volte con l’ausilio di un complice, sarebbe rimasta a bordo dell’auto vedetta pronta a lanciare l’allarme.

L’attività di intercettazione, unita alle testimonianze raccolte dai carabinieri, ha fatto emergere l’esistenza di una presunta associazione che aveva contatti anche fuori provincia: i trattori rubati, dopo la riverniciatura e la sostituzione delle targhe, sarebbero infatti stati rivenduti altrove. Di qui anche l’accusa di ricettazione.

La refurtiva recuperata, del valore di oltre 150mila euro, è stata in parte restituita ai proprietari e in parte donata, su disposizione del Procuratore, Rosario Cantelmo, a un ente di beneficenza. Le misure cautelari saranno probabilmente impugnate al Tribunale del riesame dalla difesa degli indagati condotta, fra gli altri, dall’avvocato Giovanni Battista De Simone.