Benevento

E' intervenuto anche l'ex sindaco di Benevento, Fausto Pepe, nell'assemblea provinciale del Partito Democratico. Pepe nel suo intervento ha analizzato il voto chiedendo un netto cambio di rotta, invitando il partito a ricordarsi di rappresentare la sinistra e abbandonare le derive degli ultimi anni che hanno portato a ignorare le questioni sociali lasciandole ai Cinque Stelle “Bisogna comprendere quello che è accaduto. Sconfitta epocale: o si parte da questo o si banalizza tutto. I Cinque Stelle non possono dire in maniera candida dire “O Lega o Pd”, c'è una storia, ci sono significati, ci sono differenze. Non è democrazia, è caciara.
Il sentimento che ha spinto gli italiani non è stato un sentimento localistico, c'è stato un pensiero unico che ha pervaso il paese, di contrasto rispetto ad alcune questioni. Noi del Pd non le abbiamo incanalate, se diciamo che siamo un partito di sinistra queste questioni non possiamo dimenticarle. Abbiamo perso la sensibilità dei lavoratori".

Non si è parlato di lavoro, di povertà in campagna elettorale, e questa è stata una grave lacuna per il Pd secondo l'ex sindaco di Benevento: " In Italia 5 milioni di persone sotto la soglia di povertà, noi del Pd abbiamo parlato dei loro diritti. Abbiamo dimenticato che prima dei loro diritti questi cinque milioni di cittadini avevano bisogno, dovevamo capire quello. Il reddito di inclusione è una manovra ottima, ma bisognava farlo in condizioni diverse, non con 5 milioni di persone sotto la soglia della povertà".

Ma non solo: il porsi in contrasto con diverse categorie ha fatto danno al Pd: "Abbiamo abbandonato fasce sociali, grave per un partito di sinistra. Questi temi li abbiamo lasciati ai cinque stelle, temi che peraltro non sono loro perché sono simili alla destra.
La Buona Scuola l'abbiamo fatta contro i docenti, contro i sindacati, umiliando le persone. L'umiliazione della persona non è di sinistra. Le persone non si isolano, non si umiliano, non si mettono in un angolo: ce lo ricordiamo solo quando perdiamo le elezioni?
Due milioni di neet, non studiano, non lavorano, non fanno nulla: è un problema politico, sociale e culturale...è un problema del Pd, dobbiamo parlare a loro, non a noi stessi in maniera autoreferente.
Veltroni venne nel 2008 e disse “Vuoi fare il sindaco? Devi andare sui marciapiedi e prendere quei bambini che non vogliono andare a scuola e farli andare a scuola”, aveva ragione, oggi invece che quei bambini ci sono i neet.
Non abbiamo toccato queste corde per far capire che volevamo dare risposte ai problemi. Invece abbiamo pensato che metterci la Cgil contro facesse tendenza, così con i professori e con altre classi sociali. Abbiamo girato la testa dall'altro lato, guardando al passato senza immaginare di costruire un futuro.
Dobbiamo invertirla questa situazione, dobbiamo tornare a essere una forza di sinistra, altrimenti i Cinque Stelle non saranno un fenomeno momentaneo. Dobbiamo cominciare a far di nuovo la nostra parte, non sono gli italiani che hanno dimenticato la sinistra, è il Pd che ha dimenticato di essere un partito di sinistra.
Dobbiamo cominciare a invertire il trend dagli enti che governiamo, parliamo di ambiente, innovazione, raccolta differenziata. La Regione non funziona, ma non serve fare la guerra a De Luca, dobbiamo dire che la sua Giunta è impalpabile, slegata dai territori, non risolve i problemi. De Luca tutto doveva fare meno che candidare il figlio, perché questo non è di sinistra. Io sono a disposizione del partito.”