Pago del Vallo di Lauro

 

di Andrea Fantucchio 

«Non avevo alcuna competenza per il ruolo che mi era stato assegnato», L'ex delegata all'edilizia privata del Comune di Pago del Vallo di Lauro, Giulia Bossone, ha gelato l'aula. Chiamata a testimoniare nel processo a carico dell'ex sindaco, Giuseppe Corcione, e degli altri imputati coinvolti nei vari filoni dell’inchiesta condotta, tra il 2012 ed il 2015, dagli uomini dell'antimafia napoletana e della Mobile di Lauro. Un'indagine che mirava a scoperchiare una presunta capacità di condizionamento dell'amministrazione locale da parte della criminalità organizzata.

L'ex assessore ha chiarito come per il suo ruolo si affidasse spesso a tecnici come l'ingegnere, Antonio Rega, il quale, come spiegato poi in aula dalla segretaria Maffucci, era entrato al Comune di Pago con funzioni di supporto tecnico alla giunta Corcione. 

La Bossone ha deposto sugli abusi edilizi contestati a Luigi Vitale nella sua abitazione di Via De Filippo: quella dove sarebbe stato rinvenuto rinvenuto dalla Squadra Mobile un vano segreto il cui ingresso era situato sotto il piatto doccia di un bagno. L'ex assessore, dopo una domanda dell'avvocato Polcaro, ha chiarito come si fosse dimessa in seguito alla sua gravidanza e non perché aveva avuto problemi con l'ambiente politico che le si era creato intorno. 

Dopo un sopralluogo dei vigili a casa di Vitale, che aveva evidenziato la presenza di una tettoia costruita senza permessi, l'assessore aveva emesso un'ordinanza di sospensione ai lavori. La Bossone era la rup, fino a dicembre, quando è stata emanata l'ordinanza di abbattimento della tettoia dei Vitale e il responsabile unico di procedimento è diventato proprio l'ingegnere Rega.

La Bossone ha dichiarato di “non aver firmato” l'immissione in possesso del manufatto abusivo, individuato nella proprietà di Vitale, da parte del Comune.

Dopo le dimissioni dell'assessore, il 17 aprile 2012, era stato incaricato Antonio Rega di redigere una relazione sull’abusi edilizi relativi alla proprietà dei Vitale. Atto protocollato il 26 di aprile, ma mai discusso in consiglio comunale.

Ha deposto anche il geometra Vincenzo Nunziata, citato in aula in una precedenza udienza da Orlando Rega. Dalla denuncia di quest’ultimo a carico di Corcione è nata l'inchiesta che ha poi portato a processo. Per Rega l'allora primo cittadino lo avrebbe intimidito per vendere alcuni terreni di suoi proprietà, lungo via Nazionale, a prezzi decisamente inferiori rispetto al reale valore.

Nunziata era stato incaricato dalla persona offesa di redarre un progetto per l’edificazione dei terreni contesi. Il geometra ha smentito ciò che Rega aveva dichiarato ossia che Nunziata, parlando del progetto con Antonio Rega, sulla mancata concessione del permesso a costruire, avrebbe fatto riferimento a ordini calati dall'alto.

«Ho solo detto che quella pratica non sarebbe andata a buon fine perché Rega era un ingegnere inesperto. Aggiunsi che quel giovane professionista si sarebbe probabilmente fatto scrivere anche il parere da qualcuno».

Poi è stato ascoltato l’ex commissario della Polizia di Stato Roberto Baccichet, vittima di un attentato subito nella sua abitazione a Pago.

«Rega era mio vicino di casa. Mi disse che non aveva fiducia in commissariati e caserme locali: voleva denunciare Corcione. Gli dissi di venire nei nostri uffici a Napoli e così fece accompagnato da alcuni testimoni», ha spiegato Baccichet.

La difesa degli imputati è affidata fra agli altri agli avvocati Raffaele Bizzarro, Claudio Frongillo, Gaetano Aufiero, Annibale Schettino, Attilio Panagrosso e Alfonso Furgiuele. Il Comune, parte civile nel processo, è rappresentato dall'avvocato Angelo Polcaro.