Quindici

«Dobbiamo essere un argine a quello che è il cancro di questo paese, che sembra aleggiare come un’ombra in tutte le famiglie». E poi, ancora, «sarà una campagna elettorale, penso, difficile. L’affronteremo con il piglio giusto, facendo l’in bocca al lupo agli altri candidati, ma sottolineando certe cose che vanno dette e non sottaciute». Dichiarazioni dure e convinte, quelle rese ai microfoni di Ottochannel 696 dal sindaco uscente di Quindici, Liberato Santaniello, ricandidatosi per il terzo mandato con una compagine rinnovata per nove decimi. «Sono emozionato – ha proseguito Santaniello - Questa per me è la terza volta ma anche la più difficile in tutti i sensi. E’ un ritorno a cui ho pensato parecchio. Di certo non è un ritorno per i personalismi e gli egoismi di parte, ma è un qualcosa che bisogna dare al paese, un contraltare a determinati fenomeni di cui parleremo approfonditamente nei giorni a seguire».

Molto più programmatico è stato invece Francesco Grasso, sfidante di Santaniello. Il medico democrat ha parlato di immobilismo della macchina comunale, di sviluppo ed occupazione giovanile. «Il nostro progetto politico nasce soprattutto dall’esigenza di avere un paese diverso. La nostra è una comunità che, purtroppo, per troppi anni abbiamo visto ferma al palo. E’ questa la motivazione cardine, se non unica, del nostro impegno in questa competizione elettorale. Vorremmo vedere un paese vivo, vitale. Un paese che cresca così come stanno crescendo tutti gli altri comuni del Vallo di Lauro. Quindici è ferma, invece, al dopo frana. Da allora non è stata mai realizzata alcuna opera pubblica. E’ impensabile che una comunità, dopo 15 anni, viva ancora le problematiche della ricostruzione post frana, se non addirittura del post terremoto del 1980. Abbiamo intenzione di rivedere la fascia rossa, che ancora oggi impedire a chiunque cittadino di potersi insediare nel nostro territorio. Ecco perché i giovani sono costretti a trasferirsi in altre sede per vivere la propria esistenza».

«Vogliamo inoltre creare sviluppo – prosegue Francesco Grasso - che, secondo noi, può realizzarsi sfruttando la montagna che va considerata come una madre, che nei momenti di incuria sa anche punire, ma che è in grado di offrire tanto benessere verso chi la rispetta e se ne prende cura. Quando parlo di montagna, faccio riferimento in particolare al patrimonio boschivo. In questo settore siamo secondi solo ad Avella, relativamente ai territori della Bassa Irpinia. Tanta ricchezza che non viene sfruttata ma che è lasciata, invece, a deperire. La montagna va sfruttata per creare occupazione. Il lavoro per i nostri giovani è l’altro punto cardine del nostro programma. Un dramma quotidiano che non si può risolvere con piccole prebende e pochi spiccioli, che danno solamente una soddisfazione momentanea e non rappresentano di certo una base solida per un giovane che vuole restare, vuole vivere, sposarsi e insediarsi nella nostra comunità».

 

Rocco Fatibene