di Andrea Fantucchio
Svolta nell'indagine sul ferimento di Federico Petrone, avvenuto la sera del 9 gennaio: quando il giovane rapper di Serino è stato colpito da un proiettile esploso da una pistola. E’ stato modificato il capo di imputazione a carico degli indagati: da lesioni aggravate a tentato omicidio aggravato in concorso. Il gip del tribunale di Avellino, Antonio Sicuranza, ha firmato le ordinanze di misure cautelari proposte dal procuratore che coordina l’inchiesta, Paola Galdo. Sono stati confermati gli arresti domiciliari per G.C., 19enne di Contrada. I carabinieri della compagnia di Baiano, che si sono occupati delle indagini coordinati dal comandante Gianluca Candura, hanno poi eseguito altre due misure cautelari a carico di un 22enne anche lui finito ai domiciliari e di un 23enne per il quale è stato imposto l’obbligo di firma. Nelle indagini sono stati impegnati anche i carabinieri della stazione di Forino.
Intanto sono stati depositati i risultati del lavoro dei consulenti incaricati dalla Procura, il medico legale Elena Picciocchi e il perito balistico, l'ingegnere Alessandro Lima. Consulenze che miravano a ricostruire la dinamica dell'accaduto. Gli specialisti dovevano verificare ed accertare le modalità di funzionamento dell'arma da cui è stato estratto il proiettile trovato sul luogo dell'episodio. E chiarire se via sia stato un movimento di parti metalliche e se l'arma sia rimasta bloccata. Altri test erano orientati a chiarire la distanza fra feritore e vittima, il numero dei proiettili esplosi, la direzione seguita dai colpi.
Consulenze che si erano rese necessarie alla luce delle due versioni al vaglio degli inquirenti: quella di Petrone, assistito dall'avvocato Viviano Nobile, e quella dell'indagato, rappresentato dagli avvocati Ettore Freda ed Edoardo Fiore. Per Petrone G.C. avrebbe provato a sparargli una prima volta all'altezza della nuca ma l'arma si sarebbe inceppata. Mentre avrebbe fatto fuoco al secondo tentativo. Per l’indagato, rappresentato dai penalisti Edoardo Fiore ed Ettore Freda, sarebbe stato soltanto uno il colpo partito accidentalmente dalla pistola nel tentativo di difendersi.
Il comandante provinciale dei carabinieri, Massimo Cagnazzo ha fornito alcuni dettagli sull’accaduto: “Oltre alle perizie si sono rivelate fondamentali le immagini raccolte dal circuito di telecamere della zona. Si è accertato che sette persone che accompagnavano G.C., hanno aggredito la vittima. Versione poi raccontata anche da alcuni testimoni”.