Benevento

Sulla gestione dell’Asia, l’azienda servizi igiene ambientale di Benevento, batte un colpo l’ex amministratore Lucio Lonardo, chiamato in causa dal sindaco Mastella e dall’assessore Serluca riguardo debiti in bilancio lasciati in eredità grazie a una gestione “superficiale dell’azienda”.

Sull’argomento Asia, anche il consigliere comunale del Pd, Di Dio, è stato costretto ad una autoassoluzione (l’amministrazione ha parlato di consulenti superpagati e di altri sprechi sui quali presto avrebbe indetto una conferenza stampa chiarificatrice ndr) dopo un più che vivace botta e risposta nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale. Schermaglie scaturite da un corposo aumento della Tari, la tassa dovuta sui rifiuti solidi urbani affinché il servizio reso ai cittadini, come da legge, sia a costo zero per i comuni.

Lucio Lonardo offre la sua versione die fatti e, se possibile, rimanda palla e accuse dall’altra parte del campo.

“Durante il Consiglio Comunale di sabato e, più precisamente, nel corso della trattazione della Tari, ci sono state, anche nel prosieguo con i media, alcune dichiarazioni rilasciate dal signor Sindaco e dalla consigliera pentastellata Farese che non rispondono al vero per cui è necessario, senza alcuna vis polemica, ma solo pro veritate, fare alcune precisazioni che in qualche modo riguardano la mia precedente gestione di Asia. Al Signor Sindaco, non prima di aver espresso voti augurali per il recente evento traumatico, vorrei precisare:
a) che in tale periodo non vi è stato alcun consulente a 407.0000 euro annui, bensì a 36.000 euro annui;
 b) che tale consulenza era in vigore dal 2007 allorché fui chiamato a risanare un'Azienda praticamente in default senza capitale sociale, senza direttore generale, senza figure dirigenziali e con un ragioniere a capo del servizio finanziario : ne consegue che se avessi optato  per un più logico direttore amministrativo l'importo da corrispondere sarebbe stato intorno ai 100.0000 euro;
c) che il Comune all'epoca era targato Udeur per cui Egli non poteva non essere a conoscenza sia  delle figure impiegate nell'amministrazione comunale e sia dei relativi costi;
d) che il lavoro del management dell'epoca portò non solo al risanamento dell'Azienda ma anche a farne leader in Campania nel 2015 e 2016 come raccolta differenziata e leader  delle partecipate nazionali avendo inanellato gli ultimi 4 bilanci come voce in attivo, compreso quello nell'anno del dissesto del Comune di Benevento;
e) che tale consulente ha espletato la Sua apprezzata attività anche nei confronti del Socio Unico nella compilazione del piano Tarsu, successivamente Tari, fino al 2017.
Alla Consigliera Farese vorrei ricordare che il 1532006, prima della mia gestione quindi, fu stilato un verbale tra Asia e Comune di Benevento con cui esso Comune, all'atto della trasformazione dell'Azienda in spa, si accollava non solo tutta l'esposizione debitoria, tra cui anche FIBE, ma si impegnava anche a sostenere il pagamento del costo per lo stir di Casalduni a decorrere dal 16122005, tanto è vero che la transazione con FIBE è stata conclusa con Assessore e dirigente alle Finanze che hanno sottoscritto l'accollo dell'esposizione debitoria.
La Consigliera, a modesto parere dello scrivente, dovrebbe occuparsi invece della restituzione di tale somma ai contribuenti visto che l'hanno versata al Comune come servizio, duplicandola in più esercizi, mentre esso Comune addirittura cancellò in bilancio l'appostamento della somma debitoria. E trovandosi, potrebbe verificare che sia stata appostata la somma per oltre milione di euro dovuta, per lo stesso periodo, al Commissariato per l'Emergenza Rifiuti in Campania, onde evitare che anche questa sia spalmata sui prossimi tre esercizi TARI e quindi ancora una volta a pagarsi per la seconda volta dal contribuente. Di quanto asserito oltre che contezza ho anche documentazione che metto a disposizione a gentile richiesta in ossequio alla massima "FAC SAPIAS ET SANUS ERIS".