(elleti) Per qualcuno è una provocazione. Per gli autori solo un modo per mettere in evidenza l'inconciliabile esistenza del reato di blasfemia e di vilipendio alla religione in uno Stato che si definisce laico. L'iniziativa si chiama “Dioscotto”, partita in molte zone della Penisola e approdata questa mattina a Salerno. A promuoverla la chiesa Pastafariana italiana.

Li avrete visti anche voi i manifesti con la scritta Dioscotto, alcuni affissi anche nei pressi di chiese (guardate le foto), altri sulle pensiline degli autobus. Tutti realizzati da Hogre, uno dei più apprezzati street artist italiani.

Qualcuno avrà storto il naso, qualcun altro sarà rimasto interdetto, altri avranno scambiato quel “messaggio” con una originale forma di pubblicità, magari immaginando che “Dioscotto” non fosse altro che il nome di un locale di prossima apertura.

Di certo gli autori dell'iniziativa hanno centrato il bersaglio. E alimentato la discussione su una questione non secondaria in un Paese laico ma che di fatto inserisce nel suo codice penale reati tipici della tanto criticate e discusse teocrazie.

Il Pastafarianesismo - per intenderci - è una religione laica, che promuove in tutti i modi e in tutti i sensi l'assoluta libertà di pensiero. Una religione vera, in bilico tra ironia e satira, senza dogmi, senza censure: puro spirito libero. E che reclama – nel nome del rispetto di tutte le fedi sancito dalla Costituzione – gli spazi, la considerazione e la dignità che viene concessa alle religioni tradizionali, in particolare quella cattolica.

La campagna contro l'abolizione del reato di blasfemia non prevede – è chiaro -  solo i manifesti. Sono già stati diversi e importanti gli appuntamenti in giro per il Paese. C'è stato un primo evento spettacolo a Varese, mentre la presentazione ufficiale della campagna è stata celebrata a Roma, nella prestigiosa sede del Campidoglio con una conferenza stampa organizzata in collaborazione con l'Uaar.

Il prossimo incontro questa sera, proprio a Salerno, presso la Cantina Rebende. E' previsto a partire dalle 20 lo spettacolo “Il timido Anticristo” dello stand up comedian Daniele Fabbri.

«Un sabato – come si legge in una nota diffusa dai pastafariani – all'insegna del dubbio e del senso critico. In Italia per bestemmia si rischia una sanzione. Più severe le pene in caso di vilipendio della religione. A differenza delle religioni che mettono all’indice e portano al “rogo” artisti considerati blasfemi, la Chiesa Pastafariana Italiana li “pennedice” e li promuove. La campagna, infatti, non si limita a fornire informazioni, ma presenta al pubblico artisti e opere critiche verso la religione».

In un Occidente in gran parte postcristiano le norme contro la blasfemia sembrano un retaggio dei passato. Vicine a un sentire di stampo medievale. Eppure gli integralismi stanno tornando a soffiare forte in quella direzione (alimentati anche da una crescente islamofobia). Un salto all'indietro che inquieta e che sarebbe stato impensabile in Europa fino a dieci, venti anni fa. Anche per questo la campagna pastafariana merita ascolto. E impone una domanda: è più scandalosa una espressione che qualcuno ritiene blasfema o andare in carcere per quella stessa espressione?