Agropoli

E' stato condannato a 30 anni di carcere il 26enne italo-tunisino Mrabet Nezar, riconosciuto responsabile dell’omicidio di Marco Borrelli, il 20enne di Agropoli ucciso, il 6 aprile del 2017, con un fendente alla gola in una traversa del lungomare San Marco. Nezar, reo confesso, è stato giudicato con rito abbreviato dal tribunale di Vallo della Lucania.

Per lui il pm aveva chiesto il massimo della pena, richiesta accolta dal giudice Maria Lamberti. I familiari di Marco si erano costituiti parte civile. Un delitto efferato. Sono state riconosciute premeditazione e volontarietà. Si è tenuto conto poi anche dei precedenti penali del 26enne, arrestato in passato per maltrattamenti.

I fatti risalgono allo scorso anno quando Mrabet Nezar, mosso dalla gelosia nei confronti della sua ex compagna dalla quale aveva avuto due figli, aveva colpito con un coltello alla gola il 20enne Marco Borrelli, che intratteneva una relazione con la donna. I due si conoscevano da tempo, erano stati amici in passato. Nezar non accettava però il rapporto amoroso del 20enne con la sua ex.

Lo aveva invitato ad un incontro chiarificatore che era poi finito nel sangue. Il corpo di Marco Borrelli era stato ritrovato da un passante il giorno dopo.

 I due giovani avevano iniziato a discutere e imboccarono poi la strada parallela al lungomare San Marco.

Nei pressi del parco ”Le Ginestre” si era consumata l'aggressione fatale, un solo fendente al collo di Marco. I suoi familiari non vedendolo rientrare lanciarono l’allarme. A preoccuparli anche alcuni messaggi  inviati dal cellulare di Marco che poi risultava stranamente spento. Il telefono cellulare venne ritrovato dai carabinieri in un cestino sul lungomare, lì lo aveva gettato l'assassino.  

Da subito le indagini dei carabinieri di Agropoli si erano concentrate sull'italo tunisino. Intanto la famiglia di Marco, il prossimo 6 aprile, organizzerà una fiaccolata in occasione dell’anniversario della sua morte.  

S.B.