Amalfi

Falsità ideologica e truffa, queste le ipotesi di reato prospettate in un'indagine dei carabinieri relativa a lavori effettuati su un costone roccioso in costiera Amalfitana. I militari della compagnia di Amalfi, agli ordini del capitano Roberto Martina, dopo il rigetto del ricorso in Cassazione presentato dagli indagati, hanno eseguito una misura interdittiva nei confronti del geologo F.B. di Sorrento, che non potà esercitare la professione per 12 mesi, La Suprema Corte si è quindi espressa definitivamente, confermando la sussistenza delle esigenze cautelari. Coinvolto anche il titolare della ditta che si è occupata dei lavori , la cui posizione è rimessa al Tribunale di Salerno per un nuovo esame degli atti.

L’indagine dei carabinieri, coordinata dal Pm Elena Guarino della Procura di Salerno, era partita dopo  il grave incendio verificatosi sul costone roccioso di Conca dei Marini, in Costiera Amalfitana, il 16 luglio 2017, che aveva deturpato e gravemente compromesso la sicurezza del costone stesso e del tratto di Statale SS163 “Amalfitana” che vi passa accanto e sulla quale, in quel periodo, vi era un intensissimo traffico turistico. In particolare, Nel miirno è finita la procedura con la quale sono stati assegnati ed eseguiti i lavori.

L’analisi delle celle telefoniche e dei tabulati, gli accertamenti tecnici effettuati dai militari, avrebbero infatti chiamato in causa il geologo, direttore dei lavori, che, secondo la tesi dell'acusa “aveva dapprima falsamente attestato l’eliminazione del pericolo di crollo di materiale lapideo, nonostante non avesse mai avuto contezza dei lavori eseguiti, non essendo mai stato presente nel corso delle operazioni; e successivamente aveva dato atto di aver eseguito i sopralluoghi finalizzati a delimitare l’area di intervento e di aver constatato e certificato i lavori eseguiti sul fronte roccioso, laddove nessun sopralluogo era stato da lui eseguito poiché in quel periodo, in realtà, si trovava all’estero, pur incassando l’indebito profitto da parte del Comune di Conca". Il responsabile dell’UTC di Conca dei Marini, il titolare della ditta specializzata di Ravello ed i suoi rocciatori che avrebbero dichiaro - falsamente, a detta del Pm- di aver visto più volte il geologo sui luoghi di lavoro, rimangono indagati per false dichiarazioni e favoreggiamento.

La misura cautelare interdittiva richiesta dal Pm sia nei confronti del geologo che del titolare della ditta era stata respinta dal Gip e, poi, accolta dal Riesame, Con una pronuncia impugnta dalla difesa dinanzi ala Cassazione. 

S.B.