I Cinque Stelle tornano sulla chiusura del corso alle bicicilette, giudicando non soddisfacenti le risposte ricevute dall'amministrazione: "
Nella interpellanza del M5S (datata 23 gennaio 2018), a firma di Nicola Sguera, dopo la ricostruzione del complessa vicenda relativa al Corso Garibaldi e al divieto di ciclabilità (uno dei pochi atti “memorabili” di questa Amministrazione!) si ponevano una serie di domande all’Assessore Delcogliano, che ha provato a rispondere nella seduta (il cosiddetto “Question time” del 21 marzo). Ci siamo dichiarati insoddisfatti di tali risposte, monche rispetto a questioni per noi dirimenti.
A livello di metodo appare sconcertante che la Delcogliano consideri prive di significato le oltre mille firme raccolte dal Comitato “Vivalabici”, omettendo di dire che questa Amministrazione, come la precedente, malgrado ripetute sollecitazioni in tal senso non vuol dare piena attuazione al Titolo VIII dello “Statuto” cittadino, redigendo e approvando quel “Regolamento” che solo regolerebbe istanze, petizioni e proposte. È evidente che le firme servivano a dimostrare come ci fosse una corposa parte di città che auspicava una soluzione ragionevole della vertenza (per altro proposta immediatamente da un personaggio super partes come l’avv. Collarile). Giusto, dunque, il risentimento di chi si è sentito preso in giro (con la promessa disattesa di un tavolo di concertazione, richiesta protocollata ben due volte, senza risposta) e ha visto ignorato il faticoso lavoro di raccolta di firme.
Nella risposta della Delcogliano, però, spiccano due mancanze clamorose. L’allora vicesindaco Erminia Mazzoni, nel rispondere ad un’interrogazione dell’allora consigliere di opposizione Vincenzo Sguera (del 30.09.2016 in cui, citando l’art. 7, comma 9 prima e seconda parte, faceva presente che è necessaria delibera di Giunta per provvedere a delimitare le aree pedonali e le ZTL, e chiedeva se ci fosse stata tale delibera) rispondeva, nel “Question time” del 18 ottobre 2016, in maniera molto articolata. Si prendeva atto che l’ordinanza di divieto di circolazione delle bici, emesso dal dirigente della Polizia Municipale, continua «ad essere pedonalizzata per ragioni contingibili». Mancava, dunque, un atto di giunta che renda ordinario lo straordinario. Mazzoni diceva che a breve l’Amministrazione avrebbe provveduto a «recuperare la regolarità degli atti», ma che nello stesso tempo era sua intenzione (dell’Amministrazione) programmare incontri tra ciclisti e Sindaco per definire «un’attività futura per regolamentare in maniera compiuta l’utilizzo di questo tratto stradale da parte dei ciclisti civili e da parte dei pedoni, mettendo insieme gli interessi degli uni e degli altri». Entrambi gli impegni sono stati disattesi. E la Delcogliano arriva ad affermare che, «quanto alle intenzioni del Vicesindaco non vi sono evidenze circa irregolarità, evidentemente perché non ne ha rilevate». Ribadiamo, dunque, la domanda, e sollecitiamo un intervento in tal senso dell’ex Vicesindaco: c’è stato l’atto di giunta promesso nell’ottobre 2016 (circa un anno e mezzo fa)?
La seconda omissione, altrettanto clamorosa, riguarda il nostro ultimo quesito. Come è possibile che, in violazione del Codice della Strada, che all’art. 3 definisce “area pedonale” una «zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi» (motivo per cui la precedente Amministrazione aveva dotato i Vigili di bici elettriche e creato il servizio SMUG) circolino continuamente veicoli di ogni sorta? Quante autorizzazioni esistono che consentono la deroga rispetto a quanto previsto dal Codice della strada? Ebbene, l’Assessore ha ritenuto di ignorare letteralmente questa domanda, rinviando ad una definizione del nuovo PUT ogni risposta. Ai lettori ogni giudizio in merito...
Infine, nel “Programma di mandato” di Mastella era scritto che bisognava dotare la città di piste ciclabili... «Una rete ciclabile cittadina attende di essere anche solo pensata» (Benevento ritorna, p. 46). Ora scopriamo che il Comune destina (degli 800 mila euro presunti di multe da riscuotere)... 1000 euro a tale scopo! Siamo al grottesco, alla totale scollatura tra la logorrea delle dichiarazioni mirabolanti e la totale inerzia nel fare.
In sintesi: un’Amministrazione mediocre, incapace di essere in continuità con se stessa e, su grandi temi, senza una “visione” di città, destinata, dunque, a morire di traffico e inquinamento".