Altavilla Irpina

 

di Andrea Fantucchio 

Tre anni e sei mesi di reclusione a fronte dei sei richiesti dal procuratore, Fabio Massimo Del Mauro. La decisione del tribunale di Avellino per Roberto Marino, rappresentato dagli avvocati Alberico Villani e Dario Vannetiello, accusato di usura e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. Il processo è scaturito da un'operazione della squadra antidroga della Questura di Avellino, agli ordini dell'ispettore superiore Roberto De Fazio. I fatti risalgono al 2013.

L'indagine della Mobile

Gli agenti avevano rinvenuto, in un casolare abbandonato in campagna, 62 panetti di hashish per un peso di oltre sei chili. E pari a oltre 25mila dosi medie. L'imputato era stato visto con un altro uomo, poi arrestato, nei pressi dell'edificio. Marino era accusato anche di aver prestato ventiduemila euro, in due tranche, a un imprenditore imponendogli una restituzione con tasso usuraio superiore al 10per cento previsto per legge.

La Procura indagava su un presunto giro di droga che si sviluppava fra Irpinia e Sannio. E aveva come riferimento proprio l'imputato e un altro uomo che ha scelto un rito alternativo. Gli uomini della Mobile avevano seguito i due per diverse settimane. Li avevano visti aggirarsi nei pressi di un casolare abbandonato fra Tufo e Altavilla Irpina. Gli imputati, un manovale e un operatore ecologico, non usavano telefoni. Così i poliziotti avevano piazzato dei trasmettitori nelle automobili. Dopo una perquisizione notturna nel casolare era scattato l'arresto. I poliziotti avevano sequestrato quasi 3mila euro complessivi nell'abitazione dei due.

La difesa 

La difesa, nel corso del dibattimento, aveva poi evidenziato l'infondatezza di alcune accuse. E provato la poca sussistenza di alcuni elementi raccolti in fase di indagine. Il tribunale non ha così accolto la richiesta del pubblico ministero ma inflitto una pena più tenue, che sarà appellata dai difensori.